La cuffia da sistemare, gli occhialini da aggiustare, i piedi da posizionare con accortezza sul blocco, il contatto con l'acqua dopo lo start. Piccoli rituali, sensazioni che tornano familiari, dettagli ripetuti più e più volte, quasi dimenticati finché un recesso della mente non riattiva quei ricordi, quelle abitudini. Nel nuoto è dura ricordare ogni singolo meeting disputato, come invece affermano certi calciatori a fine carriera. Ma questo, Grant Hackett, non lo scorderà facilmente. L'Aquatic Center di Brisbane, nel Queensland, è stato ieri teatro del suo ritorno ufficiale alle competizioni. 3'55"68 nei 400 stile libero, è la prima crono (con vittoria) del suo nuovo corso, il primo riferimento di una serie ancora tutta da scrivere. Hackett ha 34 anni, The Machine è ormai un'auto d'epoca; il suo primo oro olimpico risale all'inizio del millennio. “Il nuoto è crudele, vive di centesimi. Non devi mettere ko un avversario come George Foreman, né guidare un’auto come Michael Schumacher" disse una volta Luis Laera a Swimbiz(leggi qui). Ma Hackett appare un uomo consapevole, prima ancora che un atleta, che scaccia il pensiero di Thorpe dalla mente e afferma d'ispirarsi a Phelps per il ritorno alle corsie: con tutta la cautela del caso, senza ossessioni. "E' estremamente rispettoso della sua età: potrebbe ignorare il dolore di una gara, come invece dimostrarsi più umano e non riuscire a rispondere in acqua come vorrebbe" dichiarava al quotidiano locale The Courier Mail il suo allenatore, Denis Cotterell - ex coach di Sun Yang (leggi qui) - prima della gara. Aldo Palazzeschi scriverebbe semplicemente E lasciatemi divertire...
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