Non sarebbe la prima volta che una manifestazione sportiva offra lo spunto per manovre o persino vendette politiche, considerato l’impatto mediatico pre, post e durante l’evento stesso. In un articolo uscito oggi su La Stampa, a firma Maurizio Molinari (corrispondente dal Medio Oriente), il quotidiano torinese rilegge la querelle dei mesi scorsi, sulla scurezza per gli atleti che parteciperanno agli Europei in vasca corta di Netanya in Isarele, in chiave di battaglia di politica sportiva e affari esteri. Al centro di tutto, il presidente della federnuoto magiara e tesoriere Len, Tamas Gyarfas “Che sfruttò gli attacchi dell’Intifada dei coltelli per contestare la decisione della Lega europea di nuoto”. Il motivo sarebbe triplice "Togliere a Israele la competizione per assicurarla all’Ungheria – proprio Budapest si propose come sede alternativa - rompere l’isolamento di Budapest seguito alle scelte contro i rifugiati siriani, e anche indebolire il presidente della Len, l’italiano Paolo Barelli”. Da ricordare, inoltre, che Budapest come Roma è una delle candidate alle Olimpiadi 2024: un felice europeo (e nel 2017 ospiterà i Mondiali in vasca lunga) e la rottura dell’isolamento internazionale avrebbero giocato a favore anche su quel terreno. Non solo, Molinari cita fonti diplomatiche che non escludono persino una vendetta contro il premier italiano, Matteo Renzi “Che a settembre, a New York aveva detto: il vero rischio dell’Europa non è la Russia, ma l’Ungheria che costruisce un nuovo muro”. Tuttavia, Roma e Gerusalemme avrebbero creato un asse di ferro “I due governi, guidati da Netanyahu e Renzi, hanno fatto quadrato, recapitando messaggi espliciti al premier magiaro Viktor Orban. Vi è stata anche una vivace conversazione fra Netanyahu e Orban. La Farnesina ha incoraggiato Paolo Barelli a non cedere alle pressioni magiare”. E gli Europei di Netanya offrirebbero alle due nazioni l’occasione di ‘festeggiare’ la vittoria “Per gli azzurri Tel Aviv prepara quella che Noam Zwi, membro israeliano del bureau della Len – da presidente della federnuoto israeliana, lo scorso febbraio secondo la rivista Swimmingworld sarebbe finito sotto inchiesta(leggi qui) - definisce un’accoglienza da star”.
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