Una polemica d’oltreoceano sorta dopo i Mondiali di nuoto 2015 e la medaglia d’oro di Ryan Lochte nei 200 misti, la cui frazione a stile libero iniziò con la cosiddetta “virata Lochte”. Per meglio dire, un’uscita dalla virata, sul dorso, studiata dallo statunitense insieme al suo allenatore. Manovra che da regolamento Fina avrebbe potuto, o dovuto, essere sanzionata con la squalifica:
- La regola SW 9.1, già allora, riportava “Nelle gare dei misti individuali, il nuotatore copre i quattro stili di nuoto nel seguente ordine: farfalla, dorso, rana e stile libero. Ognuno degli stili deve coprire un quarto(1/4) della distanza”.
- La regola SW 5.1 precisa che “Stile libero significa che in una gara così designata, il nuotatore può nuotare in qualsiasi stile, eccetto che nelle gare dei misti individuali o delle staffette miste e mixed miste, dove stile libero significa qualsiasi stile tranne dorso, rana o farfalla”.
- Infine, la regola SW 6.2 specifica che durante le gare a dorso “Al segnale di partenza, e dopo la virata, il nuotatore deve spingersi e nuotare sul dorso per tutta la gara, eccetto quando esegue una virata come descritto dalla regola SW 6.4. La normale posizione sul dorso può includere un movimento rotatorio del corpo fino a, ma senza raggiungere, 90 gradi dal piano orizzontale. La posizione della testa non è rilevante.
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Quell’inizio frazione sul dorso, pertanto, significava che Lochte non aveva percorso l’intero quarto di gara a stile libero, per giunta nuotando più di un quarto della distanza a dorso. E fu quanto specificò ancora la Fina, dopo le polemiche post Kazan, in una interpretation del settembre 2015 “Secondo la regola SW 9.1, ognuna delle frazioni deve coprire un quarto (1/4) della distanza. Stare sul dorso quando si lascia la parete di virata per la porzione a stile libero dei misti individuali significa coprire più di un quarto della distanza nello stile dorso e comporta, pertanto, una squalifica. ‘Nuotare a dorso’ è già definito dallo stare sul dorso”.
Un’interpretazione, un chiarimento di quanto, va ribadito, già era presente nel regolamento Fina prima e durante quei Mondiali 2015. E che tuttavia negli Stati Uniti fu perlopiù accolto come una “nuova interpretazione” o “regola Lochte” creata ad personam, alla stregua di una congiura. Alla fine, l’unico a rimetterci fu il brasiliano Thiago Pereira. Argento in quei 200 misti, avrebbe vinto il primo oro mondiale della sua carriera in caso di squalifica di Lochte, mai concretizzatasi.
Ora, tra le modifiche al regolamento Fina – in vigore dal prossimo 21 settembre - è stata approvata una nuova regola (SW 9.2) che riguarda proprio i misti individuali. “A stile libero – andrebbe forse specificato ‘frazione a stile libero dei misti individuali’ – il nuotatore dev’essere sul petto, eccetto quando effettua una virata. Il nuotatore deve tornare sul petto prima di qualsiasi gambata o bracciata”.
Questa sì una nuova regola, per la verità un po' scarna e fumosa. Che pare riferirsi a quanti, molti, si staccano dalla parete di virata in posizione “sul fianco” – il “movimento rotatorio del corpo fino a, ma senza raggiungere, 90 gradi dal piano orizzontale” già citato in precedenza, presente nella regola SW 6.2 - prima di riprendere l’assetto di nuotata a crawl solitamente usato nello stile libero. Forse l’ultima eredità, stavolta ufficialmente autorizzata, di quell’invenzione di Ryan Lochte che in un modo o nell’altro segnò l’annata natatoria 2015.
In allegato, il regolamento Fina 2017-2021 (in inglese) per il nuoto, in vigore dal 21 settembre 2017: Clicca qui per l'allegato