Oggi è il suo compleanno, classe 1965 per Oscar Roverato da Fayetteville , North Carolina, Stati Uniti. Per l’italianissimo Oscar, per la precisione: coach nativo di Bolzano che quando partì con la valigetta piena si sogni e speranze abitava nella ricca Vicenza. Veneto senza confini allora, era il 1994, “ma già c’erano i germi di quella crisi che oggi è esplosa virulenta” Un incidente lo rende “non totalmente idoneo” a un Isef da sempre a numero chiuso, ma è il nuoto e il futuro che sembrano essere compromessi da un mondo che non si vuole aprire alla passione di un ragazzo che vuole fare l’allenatore di professione “Decido di partire e di studiare negli Stati Uniti, non potevo vivere senza inseguire il mio sogno, non potevo vivere nel fallimento di un progetto che è passione e professione insieme”. E così negli Usa con tanti sacrifici arriva la laurea e il master in scienza dello sport. “Non ci crederai Christian” mentre lo intervisto via Skype “ma qui il mio sogno si è avverato con una naturalità incredibile. Ho portato un progetto alla locale Università per creare un mio club , un mio gruppo, e loro mi hanno sostenuto. Sono partito con 4 atleti , oggi ne ho più di cento ,e sono in crescita, atleti che pagano una quota mensile per essere allenati da me, mentre l’Università mi mette a disposizione gli impianti con un ragionevole affitto” . Sono “certificato” come club “Usa Swimming”, sono quindi un bacino importante sul territorio per le squadre americane”. Già, il bacino, il gruppo e l’organizzazione. Il fulcro di una leva incredibile che è il nuoto americano. Come Gianluca Alberani, anche Oscar Roverato è un tecnico italiano di ottimo livello in Usa. Nostalgia dell’Italia? “Sempre , tutti i giorni, ma se penso che dieci anni fa ho tentato di tornare con la mia esperienza senza farcela, ho girato per club ma nulla. E’ una questione di mentalità, anche se poi l’Italia dal 2000 ha fatto passi da gigante nel mondo del nuoto con risultati incredibili” Ecco appunto, coach da esportazione, grandi talenti , grandi idee e professionalità “Loro , gli americani, non sono meglio di noi. Ma hanno l’organizzazione , la mentalità e la capacità di attrarre le energie che servono. Ma qui quando sbagli paghi, è questa la differenza, e contano le idee e la professionalità” . Non saranno sempre da “Oscar” in Usa, ma converrebbe capire perché la globalizzazione natatoria da noi non abbia le stesse caratteristiche....
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