Quella dei nuotatori d'estrazione ebraica è una lunga e ricca tradizione, con Mark Spitz come massimo esempio. Di contro, solo in epoca recente lo Stato d'Israele si è affacciato sulla scena acquatica mondiale - subendo, a volte, discriminazioni(leggi qui) - e ha iniziato a guardare con continuità al nuoto. E all'Italia, per alzare il livello del movimento. All'inizio si trattava di 'scambi culturali' tra singoli atleti, come Federico Colbertaldo. Ma un anno fa, il Centro Federale di Ostia ospitò a lungo il mezzofondista Marc Hinawi e il tecnico Meir Loya. Rimasti incantati, agli Europei in vasca corta di Netanya 2015, dalle gesta in vasca di Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti. Altrettanto era successo ai Peruviani, ammirando i due azzurrini ai Mondiali Juniores di Lima nel 2011. All’inizio del collegiale di Ostia, il duo israeliano rimase stupito “Dalla mole di lavoro e dalle prestazioni degli italiani – raccontò Meir Loya a Swimbiz.it(leggi qui), estremamente grato al movimento per l'accoglienza riservatagli – ma ho imparato che il corpo umano può adattarsi a questi carichi. Ma il vostro vero punto di forza è la qualità".
Un anno dopo, fino a venerdì 13 gennaio, il Centro Federale ospita 28 tecnici israeliani a lezione dai colleghi italiani. Un legame sempre più stretto. Il Presidente Fin e Len, Paolo Barelli, da anni mantiene ottimi rapporti con la federnuoto e la politica isareliana. Negli anni scorsi ha incontrato personalmente sia il Premier Netanyahu, sia il Premio Nobel per la pace Shimon Peres. Barelli che, da Presidente Len, difese anche la scelta di mantenere Netanya come sede degli Europei in vasca corta 2015, contro le pressioni dell'Ungheria che si proponeva come sede più sicura. Una vicenda che, scrisse la Stampa, s'intrecciava con la politica estera(leggi qui). Negli anni 2000, Israele ha prodotto medagliati europei come Gal Nevo, Yakov Toumarkin e Amit Ivry. Il lavoro da fare, per vedere il Paese ai vertici natatori, è ancora molto. Ma proprio dall'Italia può arrivare la spinta giusta.