Benedetta ranista, verrebbe da dire. Benedetta Pilato: una Benny così giovane, così fresca. Così acerba, che rimani a bocca aperta. Come quando arrivi a tutta sulla piastra a due mani in pari, e già ti rendi conto del mezzo miracolo. In cinquanta metri, quasi un soffio che passa dritto sulla schiena di questa quattordicenne pugliese che sembra già interprete bellissima di una lunga storia di nuoto al via. Più di una già confermata sorpresa. E’ un improvviso fulmine nuotato a rana, un fulmine che solca questo mondiale all’improvviso, nell’età dell’innocenza vincente. Cosa pensi, e cosa s’immagini Benedetta nel suo più profondo io natatorio, che esplode senza quasi controllo sotto i trenta secondi, non è dato sapere.
Forse è una scoperta pure per lei, quando arriva tutto all’improvviso. Il tempo che si fa cortissimo, la posizione che dice che sei davanti a tutte ancor prima di cominciare veramente le danze. Forse non te ne rendi conto, per la semplicità assoluta che trasforma le tue braccia, e gambe, in un fuoribordo acquatico. Perché la rana è uno stile sì, ma anche una danza convulsa e molto speciale. E Pilato ne è la giovanissima artista. E nella sua innocenza degli anni, è già pronta come una consumata campionessa. La giovanissima Benny, già pronta al secondo mezzo miracolo. Che unito al precedente, ci dice che siamo al cospetto di una rana fenomenale.