Inizio così come dal titolo, l’ottava meraviglia, perché è il sigillo finale questo bronzo del Settebello, così Bello, così intenso, così Sette azzurro che non puoi, non posso, non possiamo che descriverla come meraviglia, questa ultima medaglia azzurra. Lì di fronte, davanti a noi, davanti ai nostri spettacolari cavalieri azzurri in tredici calottine c’era il vero senso della squadra, del gruppo, della immensa e unica pallanuoto azzurra. Perché è lì il vero segreto, il nostro dna sportivo, anche se da anni ci tocca battagliare con pallanotisti enormi nel fisico, quasi da chiedere di giocare e tenersi a galla come nella boxe con il limite di peso e di stazza. Poco male oggi, con il Montenegro che nulla può di sette meraviglie acquatiche, con il capitano in porta Tempesti che come il nome suo semina tempesta nei tiri altrui parandole di ogni come un supereroe. Poi, in panchina, Sandrone, il Campagna di tutte le battaglie che oggi paga la scelta del gruppo, e con lui il Presidente Paolo Barelli, quella di fare esordire la storia del Settebello con sette esordienti. Tutti meravigliosamente unici, senatori compresi