Ma cos’è questo sincro?

Copyright foto: Swimbiz

Tuffi in sincro. Chi vi verrebbe subito in mente, udendo queste tre parole? Risposta scontata. Al punto che la ditta Tania Cagnotto-Francesca Dallapé fa notizia sia che vinca una medaglia, sia che si fermi a un inusuale 8° posto (293.70) “Nei tuffi liberi, quelli che fanno la differenza, la loro gara è stata falsata da due errori del singolo e, di conseguenza, anche del sincro – commenta Max Mazzucchi, ex Azzurro e talent Swimbiz – può capitare. Nelle prossime gare, sono certo che l’allenamento darà i suoi frutti. E, come detto prima della partenza, meglio qui che agli Europei”. E dire che, solo 14 anni fa, pochi avrebbero giocato una fiche sui tuffi in sincro “Sono stati ‘ufficializzati’ ai Giochi di Sidney 2000. Prima erano un esperimento di qualche evento, come oggi il team event (misto uomo-donna) – l’accoglienza inziale era spesso fredda – si diceva ‘Ma cos’è questo sincro?’ Perché le novità sono legate al marketing: una gara in più, una medaglia in più, una giornata in più con la sua dote di pubblico e attenzione mediatica. Inoltre si rende più 'di squadra' uno sport individuale”. Il tempo e l’abitudine hanno, poi, giovato nel dare dignità sportiva ai tuffi in coppia “ora sono visti come qualcosa sempre esistita – e lo stesso, probabilmente, accadrà per i tuffi dalle grandi altezze – Orlando Duque è considerato il migliore ogni epoca, perché ne è stato un pioniere, perché è stato sponsorizzato dalla Red Bull…ma, ora che questo sport si è diffuso, sta pagando la differenza d’età con i giovani. E devono ancora arrivare i cinesi..”.
 
moscarella@swimbiz.it

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