Tutto in una notte, di quelle da entrare nella leggenda della pallanuoto. Dopo un tentennante inizio di Mondiale, l’Italia di Sandro Campagna affrontava ai quarti l’Ungheria: campione del mondo in carica e reduce da un incipit trionfale, ancorché agevole. Mugugnante, però, per l'accoppiamento con l'Italia. Per gli azzurri, c’era anche da vendicare la sconfitta con i magiari dello scorso anno, agli Europei di Budapest, per il bronzo. Alla prima inferiorità numerica, Denes Varga punisce. Da una parte e dall’altra, è ostico trovare conclusioni pulite. Figlioli trova la traversa dalla distanza; dubbio di un gol fantasma, ma non c’era. L’Ungheria trova ancora la rete in superiorità, ma Giorgetti (peraltro nato a Budapest) la ripaga con la stessa moneta. A due secondi da fine quarto, Di Fulvio finge l’Ave Maria dalla distanza e passa al centro per Baraldi, 2-2. Nuovo quarto e l’altro Varga, Daniel, si avvicina troppo e segna il 3-2, ma l’Italia è concentrata: giro palla e Di Fulvio patta ancora il match. Ancora Daniel alla conclusione, due volte: prima la traversa salva gli azzurri, poi sigla il nuovo vantaggio in superiorità numerica. Ma il portiere Nagy esulta come un gol a ogni azione azzurra sventata, segno di paura. Solo la traversa lo salva dal tiro di Di Fulvio, ancora allo scadere. Il 3° quarto premia a lungo le difese, ma Tempesti non vede partire un tiro di Daniel Varga (ancora lui) ed è 5-3 ungherese. Figlioli sfrutta alla perfezione una superiorità numerica, 5-4 e la preoccupazione sul volto di Nagy si fa evidente: non mollano mai questi italiani. Un secondo da fine quarto (e siamo a tre) e Luongo trova di rimbalzo il 5-5 che gela i magiari, increduli di quanto si successo. Ultimo quarto e Tempesti si esalta con una gran parata sul tiro di Gor-Nagy. Innervosito, l’ungherese si fa espellere e Di Fulvio firma il 6-5, primo vantaggio italiano. Campagna invita alla calma e ha ragione. Harai sgna il pari, Presciutti trova il tap-in vincente per il 7-6. Palla a Baraldi ed è doppio vantaggio, rispondono gli avversari. A un minuto dalla fine, Benedek chiama il time-out. Campagna mette in campo i difensori che concedono solo l’angolo. 17 secondi per la gloria, l’Italia recupera palla ed è il ct azzurro a chiamare time-out. Gitto regala la superiorità numerica, è finita, 8-7. Italia machiavellica che con calma olimpica ha colpito due volte allo scadere, tolto convinzione agli ex campioni mondiali e vola in semifinale. Finalmente, Campagna può lasciare i suoi liberi di esultare.
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