Guardando agli sport acquatici, il pensiero non può che andare al nuoto per salvamento. Già in occasione dei Categoria di Riccione, Roberto Bonanni, coordinatore degli sport acquatici alle Fiamme Oro e lui stesso ex salvamentista, dichiarava a Swimbiz(leggi qui)"Io stesso, da meno di un anno, alle Fiamme Oro ho lasciato gli sport non olimpici per concentrare gli sforzi in vista di Rio 2016". Ora, da un incontro a Montegrotto Terme(Padova), l'Ansa riporta queste parole del Presidente del Coni e dell'Aniene, Giovanni Malagò "Siamo l'unico Paese in cui ci si occupa di tutti gli sport e di tutte le discipline, anche quelle non olimpiche. È un sistema che ho ereditato ed è forse giusto considerare se è corretto portarlo avanti. Dopo Rio è necessaria un'analisi sincera - e ha aggiunto - le soddisfazioni arrivano spesso da discipline insolite, così come le delusioni arrivano da sport in cui tradizionalmente eravamo più affermati. È una continua montagna russa". D'altra parte, potrebbe concretizzarsi in futuro la possibilità di vedere il nuoto per salvamento alle Olimpiadi, visto il nuovo indirizzo del Cio: più sport e meno gare per singola disicplina(leggi qui). Per quanto riguarda il nuoto sincronizzato, c'è una forte spaccatura tra chi vede del potenziale mediatico nell'ingresso degli uomini in competizioni internazionli - a Kazan 2015 il primo esperimento del duo misto a un Mondiale - e chi, invece, ritiene che solo il suo status di sport riservato alle donne abbia finora consentito al synchro di mantenere il suo spot olimpico(leggi qui).
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