"L'umore è buono, Nicolò non ha timori, anzi se lo guardi puoi notare che stia scalpitando per andare a Budapest. Fisicamente, un dolorino alla schiena nell’ultimo periodo, ma tutto risolvibile. In acqua oggi stava bene e si è inserito subito nel gruppo, la viviamo in maniera positiva". Marco Pedoja è contento del suo allievo Nicolò Martinenghi, enfant prodige, golden boy del nuoto azzurro, che si sta ritagliando a suon di prestazioni uno spazio importante, autore di grandi prove che l’hanno portato a duellare con un fenomeno della rana come il britannico Adam Peaty. Il coach lombardo, ai microfoni di Swimbiz.it, parla della maturità di Nicolò, nonostante la giovane età “E’ sempre stato così. Quando abbiamo iniziare a lavorare insieme, e ti parlo di 5-6 anni fa, lui era già molto inquadrato – ci racconta, raggiunto telefonicamente - ti fermavi un attimo a fare un ragionamento con lui e ti accorgevi che era un passo più avanti dei suoi coetanei. Ha saputo valutare le esperienze, sviluppare un carattere più maturo rispetto alla carta d'identità. Poi è ha anche atteggiamenti da 17enne, e ci mancherebbe, ma è molto quadrato su cosa vuol fare".
Pedoja ci ha anche raccontato della grande tranquillità di Martinenghi a cospetto di avversari super "Non ha timori reverenziali. Quando ha affrontato Adam Peaty, ha vissuto la cosa in maniera spensierata. Per lui, l'avversario è un uomo. Non ha mai avuto problemi o timori dei "competitors" e quando ha avuto Peaty nella corsia affianco, la cosa lo ha caricato e non impaurito, e questo è importante - una questione di Dna - Nicolò non è un ‘social-dipendente’. Gli piace, ma non ci passa le giornate. Sa quando deve staccare la spina o concentrarsi nella maniera opportuna, prima della gara". Pedoja ha poi parlato delle prospettive azzurre, intese come team, alla vigilia del Mondiale ungherese "Vivendo i ragazzi qui nel collegiale, vedo un gruppo unito e sereno, e quando ci sono queste caratteristiche, è tutto di guadagnato. Non si devono sentire inferiori a nessuno. Si va là e si gareggia, non devono esistere sensi d’inferiorità. Vedo molto bene la squadra. Ci sono atleti importanti come Filippo Magnini, ed è bene ricordarlo" conclude il tecnico.