Markus Deibler e la “cultura del sospetto” made in Italy

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La prima domanda che sorge spontanea è come reagirebbe un atleta italiano se, senza prove, sospetti, atteggiamenti sbagliati da parte di quello sportivo, all'estero s'iniziasse a dire Massì, tanto sarà un dopato. Ieri, il mistista tedesco Markus Deibler annunciava il ritiro agonistico a 24 anni; oggi, nel Belpaese qualcuno reagisce con i 'soliti sospetti' "E mi sorprende sentire o leggere anche nuotatori di alto livello che lo accusano di stare 'scappando' dall'antidoping - commenta a Swimbiz il farfallista Michele Cosentino - non mi risulta che Deibler sia mai stato trovato positivo, o abbia saltato un controllo o sia stato ammonito dalla Wada". E quel record mondiale del tedesco nei 100 misti (50"66), ai mondiali in vasca corta di Doha "Non mi sembra 'venuto fuori dal nulla', come qualcuno dice: quattro anni fa, a Dubai, il ventenne Deibler era già argento mondiale in 51"69". Spesso viene definita cultura del sospetto "Porta a puntare subito il dito contro chi, semplicemente, fa qualcosa di diverso dalle proprie abitudini - ad esempio, mollare lo sport per occuparsi a tempo pieno della propria azienda di gelati - una scelta accolta con ironia. Ma basta un po' di maturità per capire che Deibler non andrà a fare il 'gelataio'. Come diceva oggi Luis Laera a Swimbiz(leggi qui), ha fatto una scelta consapevole e matura, valutando i propri limiti sportivi e le opportunità oltre il nuoto". E allora "Più che fare accuse infondate, forse sarebbe meglio prendere Deibler a esempio - e così lo considera Cosentino, che ancora non molla del tutto il costume per giacca e cravatta - ma già da qualche anno sto costruendo il mio futuro post agonistico. Persino i calciatori, pur con quello che guadagnano, devono investire se vogliono garantirsi un futuro".
 
moscarella@swimbiz.it
 

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