Mattia Placidi, la caduta e il ritorno

Copyright foto: Klaus Dibiasi

“Se cadi male dai 10 m, lascia il segno. E’ uno dei motivi per cui, anche all’estero, diminuiscono i piattaformisti. Specie le donne”. Parla da ex atleta, Oscar Bertone, e da allenatore di Mattia Placidi, che per un infortunio rischiò di chiudere la carriera. “Si fece male alla spalla subito dopo gli Europei di Torino 2011 – racconta Bertone a Swimbiz.it – si perse d’animo, per un po’ chiuse con i tuffi. L’abbiamo lasciato tranquillo, ma ogni tanto lo punzecchiavamo. Lo scorso anno, quasi per gioco, andò ai Categoria. E vinse. Ha una forza interiore incredibile” racconta Bertone a Swimbiz.it. “Non è stato facile – ammette Mattia – ma neanche impossibile. Ho fatto fisioterapia e mi preparo fisicamente per reggere quegli impatti”. Il resto è determinazione “A inizio anno, anzi, puntavo al torneo pre olimpico. Obiettivo ambizioso, ma perché non provarci se c’è la possibilità?”. Olimpiade rimandata, ma ha ritrovato la nazionale, per gli Europei di Londra 2016 “Mi piace fare il sincro, e con un giovane come Vladimir Barbu. Andiamo a Londra e cerchiamo di fare il meglio possibile” e senza il supporto di un gruppo sportivo militare.

 

Oscar Bertone (Deepbluemedia)
Oscar Bertone (Deepbluemedia)

“Un altro problema, in Italia, sono le poche piattaforme da 10 m - prosegue Bertone – però vedi un classe 2000 come Antonio Volpe che in gara porta 3/6 dei tuffi da 10 m, anche se in inverno a Cosenza non ha una piattaforma coperta da poter utilizzare. Il Centro Federale di Roma servirà anche per dare più possibilità a questi atleti”Placidi, Barbu, Volpe, Maicol Verzotto… attorno a questi nomi si raccoglierà probabilmente il dopo Francesco Dell’Uomo “Massimo esponente della piattaforma italiana – sottolinea Placidi – certo, sarebbe meglio se fossimo più a saltare. Ma è già bello vedere dei giovani cimentarsi in questa specialità. Serve pazienza, in allenamento non puoi fare tante ripetizioni quante dal trampolino”.

Mattia Placidi (Klaus Dibiasi)
Mattia Placidi (Klaus Dibiasi)

E mettersi in gioco, ma con leggerezza. Come lui quando, due anni fa, provò un 207c dal trampolino per puro gusto di sfida(leggi qui). Uno spirito - vuoi per la direttiva federale che impone coefficienti di difficoltà più elevati, vuoi per sano agonismo - sempre più diffuso tra i tuffatori italiani, giovani inclusi. “E’ bello alzare l’asticella, migliorarsi. Sto provando la verticale indietro con doppio avvitamento e mezzo. Il mondo corre, bisogna stargli dietro, entro limiti umani”. Potenzialmente Placidi “E’ il più veloce nelle rotazioni, insieme ad Andrea Chiarabinisottolinea Bertone “E’ caparbio, gli manca solo la continuità che negli anni scorsi non ha potuto trovare” aggiunge Max Mazzucchi, ex azzurro e talent di Swimbiz che conosce Mattia dai suoi primi tuffi. “Vorrei entrare in un gruppo militare, alla fine questo è anche un lavoro – chiosa Placidi – quattro anni son lunghi, forse avrò anche altri desideri. Ma oggi voglio fare più salti che posso”.

 

 

moscarella@swimbiz.it

 

L'Italtuffi per gli Europei di Londra 2016 (Fin)
L'Italtuffi per gli Europei di Londra 2016 (Fin)
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