Mescolando le coppie

Cosa sarebbero i tuffi senza il sincro? Par quasi naturale pensare che uno sport basato sulla ricerca della perfezione includa anche la totale armonia tra due praticanti. E invece è una specialità ancora relativamente recente: solo nel ’98 il debutto mondiale, nel 2000 le prime Olimpiadi. E per una nazione, l’Italia, che molto delle sue recenti fortune ha costruito su una coppia, Cagnotto e Dallapè, è strano oggi pensare “Che per anni facevamo fatica a trovare coppie per le gare nazionali” ricorda Max Mazzucchi, ex azzurro e talent di Swimbiz.it per i tuffi.

Per capire la crescita dell’Italtuffi, si contino le coppie presenti oggi alla Coppa Tokyo di Trieste: sei nel trampolino maschile, quattro in quello femminile “Persino due nel misto dalla piattaforma, e solo un paio di anni fa dovevamo pescare anche dal trampolino per formarne una sola”. Ma non è solo un fatto di quantità. Il trampolino maschile vive oggi un grande momento. Tanti e ancora giovani gli elementi validi, che cambiano spesso partner per trovare affinità comuni e rinfocolare la concorrenza interna, quello che davvero fa crescere un movimento. Oggi debuttavano Lorenzo Marsaglia e Giovanni Tocci, con ottimo profitto: vittoria ad alto punteggio (413.43) “Avevano provato in due collegiali a gennaio, una decina di allenamenti – racconta a Swimbiz Benedetta Molaioli, allenatrice di Lorenzo – molto bene oggi e col 109C possiamo migliorare ancora”.

 

Marsaglia in passato si era già tuffato con Gabriele Auber e Tommaso Rinaldi. Tocci è arrivato alle Olimpiadi insieme a Andrea Chiarabini, che oggi a sua volta si tuffava con Rinaldi. Tante le coppie nel mazzo, ma si possono mescolare anche nei ritiri azzurri pre grandi eventi, alla ricerca della coppia più in forma del momento? No, secondo Benedetta, per la quale l’alchimia è tutto “Quella certo si costruisce nel tempo – concorda Mazzucchi – ma se una coppia ha bisogno di cambiare, no problem. L’importante è arrivare al risultato migliore, per una nazione, al grande evento”. Confortante è, poi, vedere come ormai anche i più giovani non temano di portare tuffi complessi in gara “E non siamo ancora a pieno regime. Le nuove leve stanno ancora arrivando”. E l’Acqua Acetosa un incubatore d’idee, la definisce Mazzucchi “Mi rendo davvero conto ora di quanti sacrifici abbiano fatto le generazioni precedenti, che ancora non avevano una struttura di tale livello e affrontavano in gara chi le aveva a disposizione. Questa è davvero una bella epoca per i tuffi italiani”.

moscarella@swimbiz.it

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