Un raggio di sole a Ostia ed è subito primavera: il tempo per Stefano Morini di attovagliarsi e la frugalità del pranzo con pomodoro e finocchio ben rispecchia il tempo della remise en force. Di cosa parliamo? C’è già un filo conduttore di questa stagione a cui manca poco per aprire le danze la prossima settimana alla piscina di Milano con il suo meeting? Sperimentare il campo marino. E’ il mare, quello che sembra una cartolina fronte il Centro Federale e che diventerà il primo vero tema stagionale. Gregorio “marino” Paltrinieri al test dei 10 chilometri è più un argomento di discussione e analisi, è il futuro da sondare, analizzare, per mettere in cantiere un progetto, una filosofia del pensiero acquatico di fondo per dare alla piscina dove tutto è stato in un chilometro e mezzo l’orizzonte aperto di diecimila metri. “Andiamo sul Mar Rosso e poi vedremo”, idee chiare ma non sai fino a che punto condivida questa scelta di fondo, taglia corto Moro che fa notare come il primo Paltrinieri marino fu in una tre chilometri dal sapore troppo giovanile, quello degli esordi. Quindi coach? “E’ tutto da mettere a punto e da studiare: direzione, temperature , gruppetto solidale ma nemmeno troppo con una nazionale, quella azzurra, che non è certo fatta di dilettanti allo sbaraglio, abituati a vincere e con esperienza da vendere”.
Certo sai che botta mediatica per l’ambiente, con Paltrifondo al via… Ma lui, il Moro che guarda il mare da sempre, e che portò Samuele Pampana a podi europei e mondiali in cuor suo già si vede sopra la barca d’appoggio con il mare che tante volte si mette di traverso se non esperienzi con un minimo di pratica “la piscina è un film dove abbiamo vinto tutto e che conosciamo corsia per corsia, andarsene per mare è un altro programma”. Già, il vero question time sarà il mondiale di Budapest dove alla vasca sicura la scommessa si chiama lago Balaton, caldo e piatto come una piscina, anzi di più nel bollore di luglio. “Ma per i mondiali e per la dieci chilometri bisogna qualificarsi” chiosa al caffè senza zucchero il Moro di Livorno “e quando ci saranno le qualifiche noi saremo nell’ultima altura di stagione”. Come a dire che al caso, bisognerà trovare la bussola marina, magari scendere dalla montagna per pensare al mare? E il gemello di bracciata Gabriele Detti? “in questo caso la coppia si scioglie, Gabriele non ci pensa proprio al fondo delle acque libere”. E se ci fosse una soluzione per vederli anche qui in sincronia di bracciata? “Certo la staffetta mista, due uomini e due donne, della quattro per milleduecentocinquanta, quella magari...”. Aggiungi Moro girls come Martina Caramignoli e il gioco è fatto. Sorride, sornione Moro. Fanta fondo, ma immaginate due così in mezzo al mar, con il Moro in coperta…