Rimettere pian piano i passi giusti uno dietro l’altro e bracciate forti e vogliose di toccare la piastra del traguardo, le une dietro le altre, per tornare a gareggiare nel nuoto, prima di tutto. E poi tornare a salire sul podio. Passo dopo passo, dopo 5 mesi bui dopo un doloroso shock anafilattico che ha colpito Lorenzo Zazzeri alla fine della scorsa estate. Il vicecampione olimpico della 4x100 stile e l’oro mondiale della staffetta mista della 4x100 a Budapest, con il bronzo iridato nella 4x100 stile, ha raccontato a Swimbiz.it non del periodo nero che ha vissuto, con la voglia e la speranza di tornare presto, ma l’attimo in cui lo ha fatto.
Riassaporare il feeling con l’acqua e tornare a vivere quel mondo che ama da sempre. Da alcune settimane Lorenzo è tornato ad allenarsi, facendo fatica i primi tempi come può essere normale in queste situazioni, ma fino a che pian piano, bracciata dopo bracciata, sta tornando in forma, riuscendo a reagire meglio alla fatica. Elemento su cui evidentemente si misura meglio lo stato di una condizione fisica, che reagisce bene agli sforzi fisici in piscina, dopo i mesi di fermo. E pian piano passo dopo passo Zazzeri è tornato in acqua. Rimettendo in ordine il suo cammino nel nuoto. Come organizzare e mettere in ordine l’ultima opera d’arte a cui sta lavorando in questi giorni, insieme all’Accademia che lo accompagna nella sua avventura di artista fiorentino. Quelle cento mattonelle con i colori e i giochi di luce, che richiamano la piscina e il colore blu con le sue sfumature, sembrano proprio essere quei passi che sta compiendo nel suo ritorno nel nuoto. E quale sarà l’opera che ne verrà fuori? Intanto Lorenzo ci lavora, come lavora su stesso e il suo essere atleta competitivo e ad alto livello di una Nazionale Italiana che fa sfracelli nel mondo. Ha raccontato medaglie ed emozioni a Swimbiz.it lo scorso 13 marzo, prima della Serata Finale dell’Italian Sportrait Awards 2023 a Roma, dove Lorenzo insieme alla 4x100 mista azzurra (Thomas Ceccon, Federico Burdisso, Nicolò Martinenghi, Alessandro Miressi) ha vinto l’Oscar dello Sport Italiano. Un Premio meritato per lui e gli altri compagni di squadra che puntano a ulteriori grandi traguardi.
Anche Lorenzo lo fa, rispettando il suo momento fisico e di recupero. Intanto lo aspetta una emozionante gara a Firenze nel prossimo fine settimana, dove a tifare per lui ci saranno amici e famigliari. La situazione migliore per prendere forza, motivazione e adrenalina. La situazione migliore anche per testare la sua forma. La gara a San Marino, come lui stesso dice, è andata bene e scivola veloce verso il mese di giugno quando lo aspetterà anche il Sette Colli. L’appuntamento probabilmente più importante dove Zazzeri tirerà le somme personali sul recupero. Ma pian piano tutto arriva, come sono arrivati i successi che lui stesso ha ottenuto. La medaglia olimpica su tutto e quella finale disputata nei 50 stile a Tokyo dove si è reso orgogliosamente conto di trovarsi tra i migliori otto velocisti al mondo. Un gioco di sguardi e di concentrazione in camera di chiamata. Cominciare a lottarci contro già da lì con gli avversari, prima che in acqua. Lo racconta. E Swimbiz.it allora lo attende. E attende anche quell’opera artistica delle cento mattonelle che simboleggia forse i suoi cento e oltre passi-bracciate in acqua per tornare a essere il grande Lorenzo Zazzeri del nuoto azzurro. E da campione che ama galvanizzarsi tra gli avversari e che ama le sfide, sicuramente arriverà il successo più grande. Il pieno recupero e una grande medaglia che lo rappresenterà.
Caro Lorenzo, com’è stato tornare in gara dopo il tuo problema di salute?
“E’ stato bello e molto emozionante ritrovare il feeling con l’acqua. Il mio problema di salute mi ha tenuto lontano 5 mesi dalle piscine. Mi sono potuto dedicare molto di più all’altra mia passione che è l’arte. Ho fatto tanti lavori sulle piscine, sui giochi di luce, ed è stato faticoso riprendere comunque. Cinque mesi sono tanti, soprattutto per una carriera ad alto livello. Ho avuto molta difficoltà il primo mese e mezzo, ora sono un paio di settimane che pian piano sto ritrovando la mia bracciata, riesco a reagire meglio alla fatica e ai carichi di allenamento. Sono molto sereno, sto lavorando bene e ho fatto la prima gara a San Marino dove è andata bene, questo fine settimana sarò a Firenze e verranno tutti i miei compagni. Sono contentissimo, non vedo l’ora. Non so poi come arriverò agli Assoluti, in termini di condizione fisica. Proverò a fare del mio meglio come sempre. Il mio obiettivo, realisticamente, forse sarà il Sette Colli a giugno, per cui avrò alcuni mesi in più per prepararmi. Laddove dovesse venire fuori una bella performance ad aprile, meglio, ci proverò”.
Nelle opere d’arte che hai realizzato, qual è quella che ti ha dato più forza per reagire al tuo momento difficile?
“La serie che sto facendo di mattonelle della piscina. Ho presto più di cento mattonelle di legno, che ho trattato in modo da poterci dipingere sopra, sto facendo tutta una riflessione e una ricerca sulla luce nell’acqua a seconda dell’ora e della stagione. Sono tutti giochi di luce che di solito un nuotatore vede quando nuota sul fondo della piscina. Quella è stata una cosa molto introspettiva che mi ha aiutato in qualche modo a mantenere il contatto mentale con il mio ambiente e anche a livello visivo mi piace molto e mi sta dando soddisfazione. Sto ricevendo apprezzamenti un po’ da tutti e l’Accademia mi sta dando una mano a sviluppare questa idea, quindi sta procedendo bene”.
Qual è stato secondo te il successo più importante che hai ottenuto in carriera e ti ha fatto capire che sei tra i migliori al mondo?
“Sicuramente la finale olimpica nei 50 stile. Essere tra gli otto uomini più veloci al mondo è qualcosa che ti da la carica. Poi sono indeciso tra la staffetta mista e l’argento olimpico della 4x100. Sono riuscito a prendermi il miglior tempo del quartetto. La quarta migliore di tutta la finale. Quindi quella è stata una gara che mi ha fatto capire di aver fatto un passo in avanti nella mia carriera e in quello che possono essere le mie ambizioni”.
50 stile vuol dire partire subito a razzo verso il traguardo, come li vivi tu?
“E’ una gara in cui non puoi sbagliare. E’ una delle gare più tecniche e più difficili (al di là di quello che si crede). Vero che magari non subentra la fatica fisica come accade in altre gare, ma ti concede pochi sbagli. Devi lavorare veramente sui microdettagli sia a livello di performance, che a livello mentale. E’ una gara che dura pochissimo… 20 o 21 secondi, ma per noi inizia un’ora prima. Già da un’ora prima siamo lì a memorizzare, anche in camera di chiamata. C’è il gioco di sguardi e mentale con gli avversari, è una gara molto difficile perché c’è tanta testa e concentrazione”.
Puoi raccontare qualche episodio che tu stesso hai vissuto in camera di chiamata, che vuoi raccontare?
“A Tokyo, mi ricordo del velocista brasiliano Bruno Fratus, uno dei grandi velocisti brasiliani e del mondo. Si è seduto accanto a me e si è messo a pregare in brasiliano, ad alta voce però. Io sentivo lui e la sua concentrazione. Non mi ha destabilizzato però, mi ha fatto distogliere la concentrazione da me stesso, poi comunque ognuno ha i suoi modi per affrontare la gara. C’è chi sta in piedi con la musica e fissa il muro, c’è chi sta a occhi chiusi e fa esercizi di respirazione e chi prega. C’è chi si tira colpi sul petto per richiamare il sangue in superficie e darsi la carica. C’è chi entra all’ultimo momento perché gli da noia stare accanto agli avversari, ci sono tante dinamiche. Sono uno che parla poco, non mi da fastidio stare in mezzo agli avversari, mi stimola la concentrazione, mi fa sentire nel posto giusto al momento giusto. Essere tra i migliori al mondo mi galvanizza, ci voglio stare. Sono uno che parla poco negli attimi prima della gara, chiudo gli occhi, respiro profondamente, mi ripasso la gara mentalmente”.
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