Al trofeo «Sette Colli» di Roma mancano poco più di due settimane. Sarà l’ultimo appuntamento importante prima di Tokyo. Una tappa di passaggio che per Pilato sarà quasi una sorta di passerella in terra italiana prima del Giappone.
Ma la sbornia del record del mondo non è ancora passata per questa Benedetta ragazzina di Taranto che a Budapest ha incantato tutti volando sui 50 rana con lo straordinario crono di 29.30.
La 16enne di Vito D’Onghia che giocava con le palline in vasca piccola, che si commuove in diretta planetaria quando vede il suo cagnolino, che ha conservato la genuinità e la spontaneità di una adolescente come tutte le altre. Non si è mai montata la testa Pilato e così ti può capitare di incontrarla nello spogliatoio del Cus Bari, la piscina che la ospita per gli allenamenti in vasca lunga, a 50 km da Taranto (perché nella città jonica non c’è una vasca olimpionica) e la vedi chiacchierare con tante sue coetanee come se fosse una qualunque. A parlare di scuola, di amici, di cosa fare la sera, di unghie e di vestiti con l’umiltà e la naturalezza di chi vuole restare solo Benny e non essere etichettata come la campionessa.
E, forse, è proprio questa la sua forza: l’aver conservato la semplicità di una qualsiasi ragazzina che vive la quotidianità con i piedi per terra, ma poi è capace di volare sull’acqua.
Leggerissima, come la spensieratezza con cui affronta la vita.
Patrizia Nettis per Swimbiz.it