Nuoto sincronizzato, Minisini: “Gli Europei di Roma, la gara più attesa. E spero che il misto vada ai Giochi”

Copyright foto: DeepBlueMedia per Federnuoto

Una sferzata di mentalità nuova nel sincronizzato. Il duo misto è stata una grande e profonda novità per l’ambiente acquatico italiano, oggi conferma. E l’Italia dal 2015, quando si è deciso di credere al nuovo progetto e la Federnuoto lo ha portato avanti con convinzione, ha vinto tantissime medaglie. Il protagonista principale è lui: Giorgio Minisini. Il primo sincronetto della storia della specialità, con sei medaglie internazionali in bacheca (un oro mondiale, tre argenti iridati e due bronzi. Insieme a 4 argenti europei). Dall’età di 19 anni, l’atleta delle Fiamme Oro, Gruppo Sportivo della Polizia di Stato, campione mondiale a Budapest 2017 con Manila Flamini, quando tutti hanno creduto nell’impresa di superare la Russia,  allora seconda sul podio, ha arricchito il suo palmares e scalato le classifiche internazionali oggi 25enne, realizzando sogni sportivi e dando ampia visibilità al duo misto e a quel sincro, che oggi è praticato anche dai ragazzi.

 

Minisini, in questi giorni della metà di giugno, a riposo, dopo l’ultima fatica alle World Series di Barcellona, dove ha partecipato con la nuova partner in acqua (ma ormai insieme da due anni) Lucrezia  Ruggiero, vincendo un argento, che avrebbe voluto colorare d’oro dopo il Covid e solo tre settimane di allenamenti  sulle  spalle, si racconta a Swimbiz. I suoi compagni di Nazionale si preparano a sbarcare a Tokyo e lui farà il tifo dall’Italia, come fosse in piscina con loro a danzare nella routine. Questa è stata la sua sensazione sentita nell’ultima gara in Spagna, quando la squadra di sincro ha strappato il pass per le Olimpiadi. Un legame forte con tutto l’ambiente che oggi l’accoglie e lo fa crescere. E lo fa oggi, insieme a Lucrezia. La nuova sincronetta del misto, insieme a colui che è stato il precursore di una nuova realtà acquatica, anche mondiale. Giorgio ha avuto la fortuna di poter partecipare alle competizioni più importanti e di farsi valere come campione. Il sogno è quello di vedere sicuramente un giorno, anche la sua specialità ai Giochi, sempre più pervasiva, conosciuta e inclusiva. Non ci sarà lui probabilmente alle Olimpiadi, anche se niente è impossibile nello sport, ma gli atleti che verranno dopo di lui, potranno avere questa occasione storica. Lui glielo augura.

 

Sulla sua strada campionesse e volti fondamentali. Ne parla Giorgio, con affetto e gratitudine. Manila Flamini oggi mamma, con cui ha vinto il titolo iridato nel misto tecnico e l’argento a Gwangju (l’ultima medaglia internazionale dell’azzurra, prima del ritiro) e Mariangela Perrupato con cui ha conquistato un bronzo a Kazan nel 2015 nel misto libero. Loro le sue mentori e atlete più grandi. Lo hanno preso per mano e fatto crescere. Oggi Giorgio nuota in un armonioso ‘passo a due’ nell’acqua con la Ruggiero. Amica, compagna di sincro e persona che nella quotidianità vede di più, insieme alla sua allenatrice Rossella Pibiri.  Ormai una grande famiglia sportiva. Lucrezia sa reagire ai momenti difficili e di questo lui ne è contento. Nel duo misto ce ne sono tanti, come le fatiche che non mancano mai. E allora quell’oro individuale vinto agli Assoluti quest’anno, lo ha messo al collo con orgoglio, felice di aver fatto parlare di una vittoria e di aver dato ancora visibilità allo sport della sua vita.

 

Caro Giorgio, dal 2015 sei la stella della Nazionale di nuoto sincronizzato. Con tante medaglie vinte. Qual è il sapore che ti lascia addosso il tuo palmares personale?

 

“Senza ombra di dubbio è una soddisfazione. Ripensando anche alla mia esperienza nel sincronizzato, non vista sempre bene da tutti. Una fortuna vedermi aperti i Mondiali a 19 anni. Vuol dire che avevo margini di crescita ed ero già maturo per affrontare certe competizioni. E’ stata una grande occasione per un evento nuovo nel duo misto, potermi giocare qualcosa di più rispetto alle altre gare, con classifiche bloccate e  strutturate. Ci ha permesso di fare qualche sorpresa, in qualche gara”.

 

Il ‘passo a due in acqua’ tra uomo e donna che danzano insieme è una cosa bellissima. Come ha accolto l’ambiente questa nuova specialità?

 

“Aver vinto le medaglie ci ha aiutato tanto. All’inizio c’era un misto tra entusiasmo e scetticismo. Chi è tanto legato alle tradizioni non vede di buon occhio ciò che è nuovo e c’era questo limite. Da altre persone è stato accolto benissimo invece, questo progetto della Fin e ci hanno supportato e fatto crescere. Ci alleniamo otto ore al giorno, un impegno così massivo richiede un supporto esterno, non ce la possiamo fare da soli”.

 

Lucrezia Ruggiero oggi è la tua nuova partner in acqua. Come vi trovate insieme? Come è lei nel duo misto?

 

“Ci siamo trovati bene. Lucrezia ha determinazione e voglia di lavorare, sdrammatizza i momenti pesanti. E ce ne sono sempre tanti tra allenamenti e gare. In due anni abbiamo lavorato tantissimo con leggerezza e impegno. Otto ore in acqua creano sempre un clima di stress, che noi siamo riusciti a sdrammatizzare. Lucrezia e Rossella Pibiri sono le persone che vedo di più nella mia vita. Nella nostra prima uscita internazionale abbiamo conquistato subito una medaglia, abbiamo comunque fatto un errore e lei ha reagito a questo con grande personalità. Siamo usciti dall’acqua un po’ delusi. Lavoriamo sempre per raggiungere il massimo risultato. Comunque con un mese e mezzo di Covid sulle spalle e solo tre settimane di allenamento il risultato raggiunto è stato ottimo. E’ un buon presagio per il prossimo anno con i Mondiali e gli Europei”.

 

Passiamo a Giorgio. Come sei tu in acqua? In che modo ti muovi e fai la tua performance?

 

“Sono ipercritico. Ciò che posso dire è che non mi sono mai reputato un atleta talentuoso. Devi credere sempre in obiettivi alti. Ciò che ci ha permesso di vincere il Mondiale nel 2017, è il fatto di aver creduto di poter battere la Russia. Quell’anno nessuno ci credeva e noi lo abbiamo fatto. Continuiamo a farlo oggi, nonostante qualcuno non lo faccia. Questa è comunque una qualità, in quanto ti sprona a dare il meglio. Cerco di tamponare i miei limiti con l’ambizione”.

 

Qual è la parte che ti emoziona di più nella routine?

 

“I momenti migliori sono quelli in cui non devi pensare a nulla e il tuo corpo sa a memoria cosa devi fare. Ti senti leggero e soddisfatto nel lavoro, ti concentri e cerchi di trasmettere le tue emozioni agli altri. Il fatto di essere in acqua in gara dopo mesi di lavoro è impegnativo, ma anche soddisfacente. Certo.. il momento più bello è quando finisci (ride) ti togli un peso. Ti dici: “Anche questa è fatta”.

 

Non hai potuto partecipare agli Europei di Budapest. Hai avuto anche tu il Covid. Come giudichi i risultati ottenuti dalla tua squadra?

 

“Il male non si cerca e adesso guardiamo avanti, io come altre 13 mila persone quel giorno mi sono beccato il virus (ride). I miei compagni sono stati straordinari. Si sono ritrovati da una stagione con poche prospettive a dover partecipare ad un Europeo in poco tempo. Hanno inventato un esercizio da zero. Hanno fatto un risultato di performance e di medaglia. Si sono dimostrati all’altezza dell’occasione”.

 

L’oro mondiale di Budapest è stato straordinario con Manila Flamini. Cosa ti porti addosso ancora di quella vittoria?

 

“E’ stato un bel momento. Fa parte di quel cassetto di bellissimi ricordi in cui conservi le medaglie. Con quell’oro anche la prima medaglia agli Italiani. Sono quei ricordi a cui guardi con affetto, ma che sono comunque lontani. Difficile provarci nel nuoto sincronizzato, come superare una squadra che si chiama Russia. C’eravamo detti allora di voler vincere sulla Russia e di provarci. Ci siamo riusciti e poi non lo abbiamo più fatto per altre dinamiche, l’idea di poterci provare era non comune nel sincro, la medaglia d’oro è stata una spinta grande dopo il Mondiale”.

 

Manila Flamini, Mariangela Perrupato e Lucrezia Ruggiero. Le tre compagne della tua routine in acqua. Puoi dare loro  un oggettivo per descriverle?

 

“Molto difficile. Ci vorrebbe un libro per ciascuna. Manila e Mariangela erano più grandi di me e abbiamo avuto un altro tipo di rapporto. Sono state mie mentori e mi hanno supportato in Nazionale, quando ero giovanissimo e arrivavo dalle giovanili. Gli uomini non erano ammessi alle gare, in quel momento. Lucrezia è una compagna di viaggio, ha la mia stessa esperienza. Con lei mi sostengo ogni giorno. Siamo amici”.

 

Hai vinto uno storico oro individuale agli Assoluti. Il primo della tua vita. Quale sapore ha avuto per te quella vittoria?

 

“Ho sempre detto nelle mie interviste, che anche per il titolo italiano è stata una occasione. Ho avuto l’opportunità di gareggiare senza la compagine olimpica,  impegnata nella qualifica per Tokyo. Mi sono fatto trovare pronto. E’ stato curioso poi vedere l’eco mediatico che ha avuto. Ho sempre gareggiato nel nuoto sincronizzato in tutti gli eventi, poi ha fatto clamore la mia vittoria. Tutto ciò che fa tornare in visibilità il nostro sport è comunque importante perché se ne parla sempre poco. Sono contento di aver dato una mano un po’ di più, alla nostra causa”.

 

Il prossimo anno ci saranno gli Europei a Roma. Sei contento di poter gareggiare nella tua città?

 

“Il prossimo anno abbiamo sia Europei che Mondiali, ma l’attesa è intensa soprattutto per gli Europei in casa. Gareggiare in una piscina in cui io sono cresciuto, nella casa dello sport acquatico (lo stadio del nuoto) senz’altro c’è una grande attesa e speriamo di rendere orgogliose le persone che ci vedranno”.

 

Il duo misto non è specialità olimpica. Ti piacerebbe un giorno vedere il tuo sport partecipare ai Giochi?

 

“Non vado a Tokyo, i numeri sono limitati. Sicuramente sarebbe bello per il nuoto sincronizzato. Da quando è entrato il duo misto, l’immagine dello stesso è cambiato molto, anche rispetto agli altri sport. E’ inclusivo, permette anche di essere goduto da più persone, gli atleti che verranno dopo di noi potranno partecipare  alle Olimpiadi, alle prima occasione”.

 

I tuoi compagni dell’Italia Team stanno per partire. Hai amici in Nazionale anche di altri sport che senti in questi giorni?

 

“Ovviamente la mia squadra della Nazionale di sincro. Si sono qualificati a Barcellona ed è stato per me, come nuotare con loro in piscina. C’è un rapporto stretto tra noi e sarà bello vederli alle Olimpiadi e tifare per loro, fino all’alba”.

 

giorgi@swimbiz.it

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