L’esempio dei campioni dello sport dovrebbe essere portato all’attenzione di persone che stanno vivendo periodi difficili. Lo sport che è metafora della vita insegna ad avere la forza per superare gli ostacoli, lo fa attraverso persone che si chiamano ‘atleti’ e che raggiungono traguardi. Il segreto e il concetto principale sta nel ‘come’ quei traguardi vengano raggiunti.
Questa notte è brillata una stella nel cielo notturno d’Italia, una stella di speranza e di insegnamento. Dopo il Covid l’Italia rinasce, con qualche difficoltà ancora ma non si ferma attratta dalla vita e dalla voglia di vincere, così ha fatto Gregorio. Seguendo il richiamo di un sogno infranto a causa della mononucleosi ma che si è fatto per questo più forte e potente. Aveva ragione il suo amico campione Gianmarco Tamberi che lo incaraggiava, dopo la premiazione dell’oro ricevuto nell’alto dell’atletica: “Mai sottovalutare il cuore di un campione”. Eh sì. Là c’è fonte di coraggio, determinazione, giustizia e ottimismo. Voleva il suo riscatto Greg e lo ha ottenuto e quando l’uomo e donna del pianeta terra lo desiderano per ingiustizie avute si fa largo allora quell’orgoglio che si abbevera del bene di cui il mondo è affamato. E il bene si mostra nello sport e nelle persone del mondo che lo sport praticano.
Un campione che desiderava fare il tris dell’oro alle Olimpiadi, dopo la leggenda nei 1500 stile del libero. Poi la nube della malattia e il perché che non trovava risposte. E’ il cammino di ogni uomo e donna sulla terra, quando incontrano morbi e virus. Lì arriva la vittoria più grande, nella sofferenza e nel dolore perché quel podio della vita è già una promessa nelle lacrime versate. E allora ecco lo sport ad insegnare e i 10 km di Greg a fare da libro di scuola. Probabilmente dovrebbe essere materia di studio alle università italiane e del mondo. Il cuore di un atleta che non molla e che insegna a vivere. Paltrinieri si è messo il bronzo al collo perché ha sofferto prima di partire, non sapendo neanche se l’avrebbe fatto. Poi è arrivato a Tokyo e ha visto il suo sogno con gli occhi rigati dalle lacrime, ma quei 1500 stile in cui non ha brillato e per cui è pesato il quarto posto, hanno da sempre insegnato a Greg la costanza: 30 vasche in piscina avanti e indietro, toccando piastre che sanno di cammino e di speranza. Stessa cosa per le boe della 10 km. Ogni volta tornare indietro e ricominciare il cammino. Ogni volta riscendere in vasca e riallenarsi, anche se menomato dalla febbre della mononucleosi e dalla paura di non farcela. Ogni volta tornare sulla strada della vita per non mollare e per puntare dritti alla felicità: “E’ la giusta ricompensa dopo due mesi di inferno”. 60 giorni nel buio per Greg, poi hanno brillato le sue medaglie.
Non importa probabilmente se non è stato l’oro a cingere il collo del campione azzurro, lo splendere dell’argento negli 800 metri e il bronzo nel fondo (primo uomo azzurro a salire sul podio olimpico) nella 10 km hanno preso i colori del sole, perché il cuore di Greg è esploso di talento, voglia di rivincita e sete di rivalsa. Il bene stanotte ha vinto sul male ed è passato semplicemente dalle gesta di uno sportivo che è sceso in acqua e ha lottato, sgomitato, saltato il primo rifornimento e andato fino in fondo, nel calma baia del Giappone, ma nella tempesta del suo cuore, perché sta lì il segreto, vincere le battaglie personali di paure e timori.
Lo sport insegna e stanotte Greg lo ha fatto. Dovrebbe essere di insegnamento a chi soffre e alle università italiane. L’insegnamento di Greg: il bene che vince sul male, con il bronzo olimpico al collo. Complimenti Campione.
Le parole di Gregorio Paltrinieri sul sito ufficiale della Federnuoto
"Più di questo non potevo fare. E' la giusta ricompensa dopo due mesi d'inferno. Vado via da Tokyo con due medaglie e posso ritenermi soddisfatto. I piani non erano questi, ma per come sono arrivato va benissimo. Oggi faceva molto caldo. La gara è partita subito a tutta e io neanche mi sono accorto dell'accelerazione di Wellbrock. Poi Fabrizio (Antonelli, ndr) mi ha spronato ad andare a riprendere i primi, mi ha perfino fatto saltare il primo rifornimento. Alla fine il tedesco era irraggiungibile, ha disputato la gara perfetta; ho provato a superare il magiaro che è stato bravo a non darmi lo spazio".
"Ho voluto questo bronzo a tutti i costi, perché queste Olimpiadi non mi avevano ancora appagato del tutto: adesso sì. Il quarto posto nei 1500 è stata una brutta botta. Vado via comunque con il sorriso, perché più di così era impossibile. Questa medaglia è una delle più sofferte della mia carriera, ma me la sono meritata, perché nonostante una condizione difficile non ho mollato. Sono contento di aver combattuto e di aver dato il massimo. Fosse per me ci riproverei anche la settimana prossima. Adesso ho tre medaglie olimpiche in tre discipline differenti (800, 1500 e 10 km) ed è bello anche questo".
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