L'Italnuoto sugli spalti a fare il tifo, una Federazione compatta e unita nella ricerca del risultato. E' Italia-Spagna, finale di pallanuoto maschile ai Mondiali d Gwangju, è l'ennesima replica della sfida infinita di Barcellona '92, quando il Settebello sfidò gli iberici, il tifo contro, l'arbitraggio altrettanto avverso e vinse un memorabile oro olimpico. A Gwangju inizio match furibondo. Felipe Perrone Rocha replica con rabbia ai gol di Luongo ed Echenique, poi si esalta in porta Marco Del Lungo, con un rigore parato a 20 secondi da fine quarto. Inizia un monologo azzurro. Capitan Figlioli firma il nuovo vantaggio dalla distanza. L'idea piace e Dolce fa altrettanto, 4-2. Spagna in tilt, Italia in estasi, Renzuto Iodice al centro segna su perfetto giro palla azzurro. La Roja approfitta di una controfuga per fermare l'emorragia, ancora rigore e stavolta vale il 3-5.
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L'intervallo è l'ideale per azzerare l'episodio e ignorare i fantasmi di arbitraggi passati. Il Settebello riprende da dove aveva interrotto, gran gol di Aicadi. Dolce ancora dalla distanza, 7-3. Il volto del portiere Lopez Pinedo tradisce il pensiero degli iberici: quest'Italia è troppo forte. Controfuga azzurra, stavolta conduce Di Fulvio, 8-3. Torna infine a segnare la Spagna, ma neppure il gol basta a ravvivarne il tifo sotto shock. In panchina Sandro Campagna cerca di mantenere la calma, ma il linguaggio del corpo tradisce la voglia di esultare. Non ha neppure più bisogno d'invitare i suoi a mantenere la concentrazione. Non ce n'è bisogno, questa nazionale è formidabile anche nella testa. Ormai agli azzurri riesce tutto, Luongo trova un angolo impossibile, Del Lungo frustra l'ennesimo tiro avversario.
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Il gol di Mallarach non cambia un copione già scritto nella Storia, Bodegas con una beduina strepitosa firma il 10-5. A bordo vasca si esalta ormai anche Sandro Campagna, parte il calcistico po po pooo sulle note dei White Stripes. Il capitano avversario, Perrone, invita i suoi a fermarsi, a complimentarsi e rendere omaggio agli avversari. Una Spagna battuta ancora, come quella sera olimpica a Barcellona, come nel 2013, di nuovo nel capoluogo catalano, come a Roma mondiale '94, e un Settebello dominante come nessuno forse avrebbe osato immaginare. Campagna e tutto lo staff azzurro si tuffano in acqua, Velotto porta via il pallone, che sarà messo all'asta per giusta causa. Esultano gli azzurri, italiani di nascita, oriundi e naturalizzati. Si abbracciano in vasca e sugli spalti, pallanotisti e nuotatori. Tutti fratelli della stessa, bellissima acqua azzurra.