Paltrinieri vendica Dorando Pietri: 108 anni dopo, l’ORO Olimpico arriva a Carpi

Copyright foto: Gian Mattia D'Alberto-LaPresse

Due gare diverse per andamento, epoca, protagonisti, età, sport. Legate da quella Carpi che l’Italia ha imparato a conoscere. Perché da quel comune in provincia di Modena partirono due tra i più straordinari personaggi sportivi dello sport italiano. Pur nato a Mandrio, frazione di Correggio, Dorando Pietri ebbe sempre in Carpi la sua vera casa. Da lì iniziò la sua maratona, umana e sportiva, fino all’episodio che lo rese tristemente celebre. Alle Olimpiadi di Londra 1908, aveva ormai coronato la sua rimonta per l’Oro, quando la stanchezza lo fece crollare a terra. Aiutato a rialzarsi, tagliò la linea del traguardo per primo, a prezzo di sforzi disumani, prima di svenire. Al risveglio, l’amara scoperta. La squadra americana aveva presentato ricorso – tradizione mai abbandonata, neppure nel nuoto(leggi qui) – poiché Pietri era stato aiutato a rialzarsi: l’oro andò a Johnny Hayes, l’azzurro fu squalificato.

 

Oggi un quasi coetaneo, il carpigiano Gregorio Paltrinieri, ai Giochi di Rio 2016 domina la gara più lunga del nuoto in vasca, i 1500 m stile libero. Non lasciando possibilità di replica agli avversari, statunitensi compresi. E finalmente arriva a Carpi quell’Oro che 108 anni prima tutti – dalla regina Alessandra al grande scrittore Arthur Conan Doyle, ideatore del personaggio Sherlock Holmes e giornalista del Daily Mail – avevano moralmente assegnato a Dorando Pietri. In quella Carpi sconvolta quattro anni fa da un terribile terremoto che costrinse la famiglia dello stesso Paltrinieri a rifugiarsi presso la casa del tecnico Stefano Morini. Quella Carpi che ha seguito l’azzurro come la nazionale di calco: notte abianca e mega-schermo. Quella Carpi che tutta Italia ha imparato a conoscere.

moscarella@swimbiz.it

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