Paolo Penso “Nel nuoto italiano basta una riforma, non una rivoluzione”

Copyright foto: Swimbiz

Una comparsata al Foro Italico del sorridente trio De Memme-Beni-Turrini; motivo? La consegna dell’attestato da allenatori di I livello da parte di Cesare Butini, Luca Rasi e Paolo Penso. E proprio Penso racconta a Swimbiz questa pratica che nasce “Come riconoscimento per i risultati e la serietà dimostrati. Più che un esame, è un’occasione colloquiale tra noi allenatori e loro che, pur portandoci rispetto per il ruolo, ci vedono spesso quasi come amici con cui poter conversare ”. Per lui che è stato coach di altissimo livello, la domanda rimane la stessa di sei mesi fa, così come la risposta “Tornerei solo per un grande progetto, il che non vuol dire vagonate di soldi, ma qualcosa come, ad esempio, l’Adn Swim Project di Andrea Di Nino (suo allievo n.d.r.). Resto aperto alle proposte, ma non sono come il buon Corrado Rosso che, se non può allenare, lo uccidi”. Il nuoto italiano, però, lo segue con attenzione “Credo che Malagò gioverà al movimento, perché proviene da lì; non importa se è stato avversario ‘politico’ di Barelli. Il nostro nuoto sta cambiando; non servono rivoluzioni, solo riforme: Butini, ad esempio, ha colmato un vuoto di ruolo che durava dalla scomparsa di Alberto (Castagnetti n.d.r.). Sono fiducioso per il futuro: Federica, Dotto, Scozzoli, Bianchi sono atleti di primissimo piano”. Infine, un pensiero all’ex pupilla Laure Manaudou “Abbiamo un po’ perso i contatti, ma se vedo lei, Bousquet, Leveaux o Lucas li saluto volentieri. Ricordo quando Florent era un ragazzino; Laure già allora mi diceva fosse da Olimpiadi, così è stato…ed è anche diventato decisamente più grosso”.
 
moscarella@swimbiz.it

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