Atto di Fede. Scrive bene in mattinata Francesco Moscarella di Swimbiz, raccontando la Pellegrini di questo assoluto riccionese 2015 “frazionata” a dorso: è tutto un girare intorno ai perché e ai percome, ma tanto il punto è sempre lo stesso. Non è necessario dimostrare nulla, men che meno chi sei e quanto vali se hai la storia Divina in ogni tuo gesto, in ogni tua bracciata. Trova un italiano che non sappia chi è la nostra numero uno da palmares, impossibile trovarlo è la risposta “Non sento più la necessità di dover sempre vincere ogni volta”, a costume ancora bagnato di quel dorso provato senza mezzi termini, senza trovare scorciatoie. Come è da sempre la diretta Pellegrini, coriacea anche dopo il mini tsunami da 400, terza per la prima volta ma non è certo un problema nello sport, quando tutto quello che arriva è un di più. Parole condivisibili le sue, di gran rispetto che si deve al moloch Pellegrini, una sorta di mantra che apre alla scaramanzia di tutti noi che siamo tifosi tifosissimi della Fede nazionale e che vorremmo tutto, sempre di più. Normale e prevedibile, fa parte del gioco finché giochi, pardon nuoti: che la storia e la corsia si fermasse, magari, e non contemplasse tutto il resto, ma la maturità di Fede arriva prima dei nostri dubbi. Che l’acqua a un certo punto sia dura come il tempo che scorre inesorabile è stato da tempo provato, senza le ricerche che leggo oggi della British Heart Foundation che mette i nuotatori in cima alla classifica degli amanti migliori. Sarà perché il nuoto abbatte lo stress, magari però quello non competitivo, fra poco ci diranno che i farfallisti e i ranisti hanno la miglior spinta pelvica tra gli sportivi. Domani venerdì saranno i 200 singoli di Federica, abbattiamo una volta tanto la scaramanzia pensando che il numero di giornata è il 17. Scherzandoci su, senza paura, senza necessità di dimostrare nulla. Un atto di Fede che ribalti tutto.
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