Cresce in semifinale, Michael Phelps, e ai Trials olimpici di Omaha vola in 1’55”17 nei 200 farfalla, dando oltre un secondo al classe ’94 Pace Clark (1’56”27). Ha 30 anni, il Cannibale di Baltimora, ma coach Bob Bowman aveva avvisato “In allenamento va più forte di prima” e più di recente Fernando Canales a Swimbiz.it(leggi qui) “Punta sempre al cielo”. Domani dovrà crescere ancora per conquistare la sua 5° Olimpiade, un immortale anche dopo un primo, breve, ritiro, grazie a caratteristiche innate e forse uniche nella storia del nuoto “E un atteggiamento che lo porta a spingere al massimo in un dettaglio in allenamento, se sa che potrà dargli anche solo un 1% in più in gara” ha spiegato il suo personal trainer a Business Insider.
E la sua storia di eterno vede all’opposto la ventitreenne Maya DiRado, reduce da un’ottima stagione di college e pronta ad essere protagonista già alla sua prima Olimpiade: nei 400 misti (4’33”73) e, con tutta probabilità, nei 200. Eppure, ha ottenuto la qualifica olimpica con le lacrime agli occhi, perché dopo i Giochi mollerà tutto per andare ad Atlanta e, già sposata, lavorare come business analyst. Non un ritiro precoce, ma una scelta matura dettata, come fu nel caso del tedesco Markus Deibler(leggi qui), da una nazione che offre maggiori possibilità lavorative – anche ai giovani – rispetto ad altri Paesi. Nei 200 stile donne, Katie Ledecky vola in finale in 1’55”10 e domani sparerà tutto in acqua per rispondere al maestoso 1’54”55 nuotato da Federica Pellegrini a Roma. E un’altra vittima illustre, dopo Ryan Lochte nei 400 misti (che però conquista un posto in staffetta nella 4x200 stile): il colosso Matt Grevers, neo papà e campione olimpico dei 100 dorso, non si qualifica (52”76) per Rio, battuto dal ventenne Ryan Murphy (52”26) e da un altro trentenne terribile, David Plummer (52”28).