E’ una gara olimpica quella che sta affrontando il nuoto italiano. Le sue piscine in crisi. In crisi nera, come mai nella storia è avvenuto prima. La chiusura protratta dal mese di ottobre scorso sta rischiando di far affondare un movimento che in Italia conta 5 milioni di praticanti. I danni economici sono rilevanti e il Comitato Tecnico Scientifico ha dato il suo veto: niente riapertura immediata. Niente riapertura imminente. Niente riapertura. E basta.
Come i dati dei Nas avevano dimostrato, non c’è alcuna valenza scientifica a giustificare la conferma dello stop degli impianti natatori, che contano in Italia migliaia di lavoratori e milioni di perdite in bilancio. Contagi zero negli ambienti, che poi sono stati sanificati dai gestori, mediante pesanti investimenti. E a sottolineare ‘l’innocenza delle piscine’ è il Prof. Francesco Landi. Il Primario di riabilitazione geriatrica al Policlinico Gemelli di Roma è sceso ‘in acqua’ in difesa delle piscine e dei disperati gestori, che non riescono più a contenere la crisi economica e sportiva. Sono luoghi di cura, secondo Landi. ‘E come tali vanno trattati’. Landi ha detto a Il Corriere della Sera: “Riapriamo subito le palestre e le piscine, è possibile farlo in sicurezza”. Il discorso si estende ovviamente anche alle stesse palestre, che contano gli stessi danni e gli stessi dipendenti che presto, potrebbero restare senza lavoro: “Non sono un negazionista – ha sottolineato il Primario del Gemelli – conosco bene il Covid e la sua gravità – ha proseguito – ma la pratica sportiva è essenziale per la salute e si può svolgerla senza rischi e con le dovute accortezze. Piscine e palestre non sono un luogo di divertimenti, ma di cura, e come tali vanno trattate”. Ha poi concluso: “La gente deve poter andare a curarsi”. E’ una sfida da vincere, all’ultimo tocco della piastra, per battere il tempo e la perdita di denaro prezioso.
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