Sandro Campagna racconta della pallanuoto come fosse una favola. Una favola personale. Si sente immediatamente dalle sue parole. Le parole del Mito della pallanuoto olimpica. Del Mito dello sport, che non finisce mai di imparare. E vuole farlo lui stesso ancora e sempre, come racconta a Swimbiz. L’amicizia con Antonio Conte e con Roberto Mancini, oggi. Lo scambio trasversale di cultura e di aspetti sportivi tra calcio e pallanuoto. Si cresce in questo modo, come lui stesso è migliorato nel tempo. Festeggia le 400 panchine in Nazionale dopo aver celebrato 408 presenze in vasca come giocatore. Campagna ha fatto parte della squadra olimpica di Barcellona. Una estate magnifica quella in Spagna del 1992. Rudic come coach e lui come giocatore a tirare, difendere, attaccare. La medaglia d’oro della leggenda fece presto a vestire la cuffietta azzurra. Ad arrivare in Italia. E il sogno è quello, come ultima conquista della sua carriera di allenatore: l’oro a cinque cerchi a Tokyo. Lo svela nella sua intervista. Non sarà semplice però. Alle Olimpiadi vanno le migliori squadre del mondo, vanno gli dei della pallanuoto e il Settebello fa parte della schiera dei magnifici della disciplina. Ma la Nazionale Italiana maschile è un simbolo, sinonimo di vittoria. E allora è necessario arrivare in cima perché i tifosi si aspettano la gloria, una gloria conquistata con il cuore e con i muscoli. Un po’ come si fa nella vita, per realizzare progetti e sogni quotidiani. Per andare oltre il buio delle malattie e al di là degli ostacoli. Guida il Settebello oggi, in una pallanuoto che si è rinnovata negli anni e in cui l’Italia ha tracciato linee guida per tutti. E il mondo Campagna lo ha conquistato e non solo ai Giochi. Sia come giocatore che come allenatore. A Roma nel 1994 fu campione iridato. E a Kazan nel 2011, come a Gwangju lo scorso anno fu campione da allenatore. Manca l’oro olimpico per suggellare una carriera eccellente in panchina. Perché la perfezione nello sport passa da lì, se si vince nelle competizioni a cui si partecipa. Lo dice Coach Sandro Campagna. E lo sport è insegnamento di vita: “Come lo affronterei in piscina, questa situazione nella vita?”. E’ la domanda cardine che si pone Campagna. L’interrogativo che consegna allo sport, e in modo definitivo, lo scettro di esempio per i giovani e per le persone più adulte. E’ vicino ai gestori delle piscine poi. Non bastano gli allenamenti per mandare avanti l’attività. Servono risorse economiche. E non bisogna arrendersi mai, come nella pallanuoto. E allora incoraggia il talentuoso Setterosa a guardare avanti. La diffusione del Covid ha penalizzato la preparazione della Nazionale Italiana femminile e sono mancate le partite toste in cui confrontarsi. Servono anche al Settebello gli incontri importanti e neanche ‘le bolle’ a volte, bastano. E un giorno magari potrebbe guidare le ragazze azzurre o una squadra femminile. E’ un allenatore che segue l’istinto Campagna: ‘mai dire mai nella vita’. Cuore ma anche razionalità. Alla fine però è sempre l’emozione ad avere la meglio. E se il futuro aprisse a questa possibilità, lo farebbe volentieri. Un esame da affrontare, un’altra sfida da vincere. Come quella che presto lo vedrà protagonista alle Olimpiadi di Tokyo. A Londra 2012 e a Rio 2016 fu argento e allora a Tokyo non si può evidentemente sbagliare: alle terze Olimpiadi da allenatore, bisogna salire sul primo gradino. Buona fortuna Settebello, buona fortuna Coach Campagna. Per vincere.
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