Alle Olimpiadi di Rio, Michael Phelps non sarà l'unico del Team Usa con Sidney 2000 nel suo pàlmares a cinque cerchi. Anthony Ervin, anzi, in quell'occasione vinse l'oro nei 50 m stile libero e l'argento con la staffetta 4x100. Una personalità esuberante, un ragazzo che ha sempre fatto vanto delle sue molte origini: afroamericana e nativo-americana per parte paterna, europea dal lato della madre. Un vero melting pot vivente, peraltro buddista praticante anche se di estrazione ebraica. In vita sua ha passato di tutto, dalla sindrome di tourette a un periodo decisamente rock tra alcol, droghe e un tentativo di suicidio. Il ritorno al nuoto per... smettere di fumare "Mi serviva qualcosa che mi distraesse dal pensiero delle sigarette" dichiarò in un'intervista. A Londra 2012, a 31 anni, fece il suo incredibile ritorno olimpico, 12 anni dopo Sidney. Arrivò in finale, sentì che poteva restare nell'alto livello. Ma nessuno gli regalava niente, gli servivano soldi per gareggiare in Coppa del Mondo. Chiese aiuto al web con una raccolta fondi in crowdfunding - molto diffuse negli States, ne ha usufruito anche il nuotatore non udente Marcus Titus, di cui Swimbiz.it parlò nel 2013(leggi qui), finalista nei 100 rana ai Trials 2012 e a quelli di quest'anno - attraverso questo video, condiviso dalla rivista Rolling Stones:
La rete raccolse l'appello, Ervin fece nuovamente parte del Team Usa ai Mondiali in vasca corta d'Istanbul 2012, oro in due staffette e bronzo nei 50 stile, e a quelli in lunga di Barcellona 2013, argento nella 4x100 stile. Ora ha 35 anni e ai Trials americani di Omaha, ieri, ha conquistato il quarto posto in staffetta veloce (48"54). Rio sarà la sua terza Olimpiade, si porterà dietro i suoi tatuaggi, le sue origini, la sua storia personale in stile live fast, vivi veloce. Come un velocista, come un rocker.