Così, all’improvviso. Come in quella splendida finale, era il 2005 a Montreal dei campionati del mondo dove Filippo Magnini segnava la storia di un Paese, l’Italia, che sulla gara regina dei 100 metri a stile libero non avrebbe mai e poi mai pensato di vincere e mettere dietro tutti. Lui, il Magno d’oro all’improvviso, il pesarese che si era scoperto velocista a Torino alla corte allenante di Claudio Rossetto. In una sera piena di nebbia, nella Grugliasco della periferia sabauda a inizi del duemila, il ragazzo andava già a duemila.
Lì, quella sera, ebbi la sensazione di essere al cospetto di un campionissimo vero e unico nella sostanza, ma anche nella forma, un po’ così mentre per la prima volta lo intervistavo e mi chiedevo di quella nuotata un po’ sfalsata non propriamente da accademia del nuoto, ma tanto efficace e veloce da superare la stilistica perfetta di chi lo aveva preceduto sul tetto del mondo, Popov il re e zar delle acque. SuperPippo entrò quindi nei costumoni in poliuretano e li dominò e così conciato ne fece quasi un cartoon da supereroe acquatico con tanto di strappo finale arrivato a toccare la piastra. Poi, per due anni, fino al 2007 e altro quando vinse ancora un mondiale a Melbourne in condivisione, tra scettri e corone si scatenò il personaggio. Fumantino lo è sempre stato, un po’ guascone e polemico alle volte come è giusto che sia per un campionissimo che sul percorso ci mette carattere, anima e passione.
La stessa per il personaggio che montava parallelamente, la tv prima dei mondiali del 2009, l’isola dei famosi, e il famosissimo Magnini usò per primo l’essenza del nuotatore che piace e che superava in appeal i già noti e scontati calciatori. Intanto gli anni passavano e l’età si faceva un valore aggiunto da Capitano di lungo corso. L’altro Magno di questi ultimi anni si trovava sempre più a fare il doppio servizio, duro e sfaticante, di personaggio mediatico e sportivo alla ricerca di una serenità interiore e atletica. Prima la Pellegrini, oggi ex fidanzata, poi la via crucis di dover rispondere, lui da sempre paladino dell’antidoping con la sua I am doping free, di fronte alla commissione antidoping. Oggi l’ultima gara, bronzo nei 200 stile assoluti in corta. Il canto del Magno e l’annuncio a sorpresa a microfono aperto. Il futuro? Mi auguro sempre in vasca, perché mettere a disposizione la sua grande esperienza è quasi un dovere, magari da allenatore, magari da consulente. Grazie Filippo per questi splendidi anni.