Quante volte in Italia si è lamentato un eccessivo campanilismo. Eppure, una superpotenza (anche) olimpica come la Cina non ha nulla da “invidiarci”. In ordine d’importanza, dietro ai Giochi Olimpici stanno non Mondiali o Panpacifici, ma i Giochi Asiatici, per ragioni di prestigio: lo sport fa spesso i conti con la geopolitica; esempi infiniti alle Olimpiadi e nel 2012 il Sole 24 Ore scriveva dei Mondiali di calcio 2022 in Qatar “Una simpatia per i territori palestinesi così forte che, a Mondiali finiti, gli stadi saranno smantellati e usati per costruire 22 stadi in altrettanti Paesi, tra cui la Striscia di Gaza”. Al 3° posto dello speciale ranking cinese, sta il Torneo delle province. Si disputa dopo l’anno olimpico e trionfare con i propri atleti porta tonnellate di denaro, benefici economici e cariche politiche alla propria provincia. Stefania ‘Cicci’ Tudini, chairman del Comitato Tecnico Fina, raccontava a Swimbiz che nel nuoto sincronizzato “La Cina spesso non schiera le migliori in nazionale, per la rivalità tra le province che preferiscono far gareggiare contro le ragazze”. E, da quanto risulta a Swimbiz, l’approdo dei pallanotisti Feihu Tan e Nianxiang Liang in Rari Nantes Florentia arrivò col consenso federale e della provincia cinese di riferimento. Oggi The New Yorker, uno dei più prestigiosi periodici al mondo, parla di una decisa inversione di tendenza dello sport cinese rispetto alla “Supremazia da medaglia d’oro, che mina e va contro i veri valori dello sport”. Stop all’ossessione da oro olimpico, stop ad atleti messi all’oscuro di problemi di salute dei parenti (anche la leggenda dei tuffi Wu Minxia) perché non si “distraggano”, stop agli incentivi alle province per i risultati sportivi? Difficile che, nel breve periodo, la Cina sposti l’asticella molto lontano dall’oro olimpico, visti gli investimenti: gli impianti, più che centri sportivi, sono piccole città fornite di tutto. Più serrata la lotta alla corruzione, nella politica come nello sport, tra scandali nel calcio e l’arresto dell’ex Direttore del synchro nazionale(leggi qui). Da quel che trapela a Swimbiz dal territorio cinese, il Comitato Olimpico vuol essere costantemente informato su movimenti, incontri, dichiarazioni dei tesserati, preso da una vera corruptiofobia. E terrore per la pubblicità negativa che ne seguirebbe. Per la stessa ragione, se già lo sport cinese s’indignò per la relazione tra Sun Yang e una hostess(leggi qui), figurarsi ora: letteralmente furibondi per la “squalifica nascosta” e il circo mediatico seguito.
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