Colbertaldo “Giusto tutelarsi, ma il bello dei college è il melting pot”

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Negli ultimi due anni, Federico Colbertaldo ha vissuto in prima persona la realtà del nuoto americano, alla University of South California di Losa Angeles. Sfatando qualche luogo comune, come l’immagine di atleti d’élite super tutelati circondati da staff fantascientifici “Lì sono gli studenti ad avere medico, nutrizionista, preparatore ecc. di squadra – spiega l’ex bronzo mondiale a Swimbiz.it – mentre gli atleti professionisti devono pensare da sé a costruire il loro staff. A rischio, perciò, d’incappare nelle persone o nei consigli sbagliati. E, dal punto di vista dell’allenatore, non avere garanzie sui comportamenti degli atleti, incluso quello che ingeriscono. Questo può aiutare a capire perché Dave Salo, head coach del college losangelino, abbia scelto di sospendere temporaneamente dai suo allenamenti gli atleti stranieri(leggi qui), dopo la squalifica dalle Olimpiadi Rio dei russi Yulija Efimova, Vladimir Morozov e Nikita Lobintsev.

La prima, come richiesto dal Cio, perché in passato positiva al doping, gli altri perché citati nel report McLaren su doping e antidoping in Russia “Né un tecnico, né tantomeno un college gradisce vedere il suo nome accostato a certe cose – prosegue Colbertaldo – comprensibilmente, vogliono tutelare la loro immagine. Senza rimetterci molto economicamente, perché la quota pagata dagli internazionali è bassa”. Anche perché, già in passato atleti positivi a un controllo antidoping sono passati da quelle parti. Come il tunisino Oussama Mellouli e il danese Mads Glaesner. O la statunitense Jessica Hardy “Ma evidentemente sentono di avere maggiori garanzie da atleti americani, rispetto agli internazionali. Certo, è un peccato vedere una chiusura del genere. Il bello dei college è proprio il loro ‘melting pot’: miscuglio di nazionalità ed esperienze, anche da parte di atleti che non possono ambire ad alti livelli. E dalle Olimpiadi degli azzurri, cosa si aspetta Colbertaldo “Certamente è una nazionale più competitiva rispetto a Londra 2012.Potenzialmente può essere una nuova Sidney, con atleti al massimo della forma o, come nel caso di Federica Pellegrini, al top dell’esperienza. Ma tutte le carte devono girare nel modo giusto.

moscarella@swimbiz.it

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