A prima vista, l’accostamento Martin Luther King-nuoto suona un po’ stonato. La percentuale di afroamericani e ispanici degli Stati Uniti non in grado di nuotare, tuttavia, si aggira tra il 60 e il 70%, rendendolo invece un problema molto serio che mette ogni anno in pericolo la vita di milioni di americani e di immigrati. Come fece qualche tempo fa in Canada Miguel “Malva” Vadillo, così in America nasce l’evento Dr. Martin Luther King Jr. Swim Classic che, giunto ieri alla sua trentaduesima edizione, si prefigge l’obiettivo d’insegnare a nuotare a ogni bambino d’America. L’evento è tra i pochissimi legati al nuoto promossi dalla famiglia King e consiste in tre giorni di lezioni basilari di bracciata e gambata, all’interno del Nassau County Aquatic Center di Long Island, NY. “Oltre a porre l’accento sul problema della sicurezza in mare” dichiara Talia Mark, multicultural marketing manager “eventi come questo possono aprire le porte per un futuro diverso ai bambini afroamericani e ispanici, finora fortemente sottorappresentati”. Per dirlo con le parole di M. L. King “Io ho un sogno: l’estinzione dell’analfabetismo acquatico”.
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