Non sono le sole medaglie ad attirare le tv verso uno sport. Un regista cerca sfondi, inquadrature e spunti adatti a riprese suggestive. In questo senso, il nuoto in acque libere è certamente scenografico “A Roma 2009 ci fu forse il primo, grande ritorno mediatico – ricorda il tecnico Emanuele Sacchi, al telefono con Swimbiz.it dal collegiale azzurro di Livigno – a Kazan 2015 ho visto inquadrature stupende. Ma alle Olimpiadi di Rio 2016, ho visto davvero migliaia di spettatori”. E l’impatto economico? A fine collegiale, gli azzurri si divideranno tra Grand Prix e Coppa del Mondo in Argentina, patria del nuoto di fondo(leggi qui) “Già alle origini, il Grand Prix attirava un pubblico nutrito. Permettendo di mettere in palio premi in denaro sostanziosi che attraevano i migliori al mondo”. Una graduale contrazione si ebbe quando la 10 km diventò gara olimpica, con conseguente spostamento dei big verso la specialità “Ma in Argentina i fondisti sono sempre trattati come eroi, portati in trionfo per la città prima della gara”. E se il programma olimpico si allargasse (almeno) alla 25 km, il fondo potrebbe davvero elevarsi a un posto di primo piano.
Il livello competitivo è alto, anche in Italia “Valerio Cleri e Martina Grimaldi si qualificarono sia per i Giochi di Pechino 2008 sia per quelli di Londra 2012. Poi cambiò tutto”. Ogni anno, gli equilibri interni possono modificarsi “Il continuo ricambio è la vera forza del nostro movimento” reduce da un quadriennio straordinario(guarda video). Gli attuali leader, Simone Ruffini, Federico Vanelli e Rachele Bruni, sono ancora giovani, ma stimolano e sono a loro volta spronati dai nuovi talenti “Come Giulia Gabbrielleschi o Alisia Tettamanzi”. Dalla concorrenza interna, temperata da una grande unità, emergono gli atleti più in forma. Ognuno ha il tempo di recuperare, senza pressioni eccessive, da infortuni “Aurora Ponselé ha avuto il citomegalovirus tra ottobre e novembre” o da stagioni complicate, come Martina Grimaldi, tornata lo scorso anno sul trono europeo(leggi qui). Ad aprile, è previsto che un gruppo di azzurri partecipi agli Open Statunitensi.
Gregorio Paltrinieri a Swimbiz.it ha pronosticato che in futuro i nuotatori di vasca guarderanno sempre più alle acque libere(leggi qui). La preparazione si appoggia alla vasca, ma una gara di fondo offre maggiore libertà. Non ha ancora debuttato in mare, ma intorno a lui molti già chiamano l’oro “Non mettiamogli questa pressione - invita Sacchi – sia lui, sia Gabriele Detti hanno le potenzialità e sono ben preparati. L’errore che non dobbiamo fare noi, è dare per scontata una medaglia nel fondo”. Vale anche quando si parli degli specialisti. Ogni gara è uno storytelling che mescola momenti diversi: un tentativo di fuga, un testa a testa, una royal rumble al giro di boa… A Rio l’australiano Poort partì in solitaria, sperando di resistere fino alla fine. E a 36 anni, il greco Giannotis ha messo dietro parecchi giovani grazie alla tattica “Non ha preso l’oro solo per un arrivo imperfetto”. Inutile fare pronostici ora “Magari Detti dimostra migliori spunti tattici. Magari Paltrinieri ha una miglior risposta muscolare a queste distanze” o ai cavalloni, o alle correnti, o alla temperatura. Grant Hackett ebbe un’infelice esperienza in acque libere a Siviglia, Mireia Belmonte ne è uscita (letteralmente) con un occhio nero, Jordan Wilimovsky non ha trovato a Rio un podio alla sua portata. Di contro, Oussama Melloulli ha dimostrato che si può vincere un oro olimpico in vasca e nel fondo. L’importante è non fossilizzarsi sui risultati “Quel che più conta per Gregorio, adesso, è divertirsi con le acque libere e costruirsi un background per il futuro”. Lo stesso Paltrinieri a Swimbiz disse “Accompagnare la 10 km ai 1500 mi dà la possibilità di pensare alla mia gara più rilassato”.