E’ un crescendo di emozioni quello che Francesca Dallapè sta vivendo. Dai problemi fisici e personali d’inizio stagione alla gioia per il pass olimpico in sincro centrato con Tania Cagnotto in Coppa del Mondo, e quattro medaglie (più lampade-premio a profusione) in altrettante tappe di World Series “Un ottimo allenamento: ti confronti con grandi coppie, ma non essendoci molte atlete, non devi fare la fila per provare il trampolino - spiega a Swimbiz.it – la schiena ogni tanto si fa sentire, ma sono i normali acciacchi dell’età(ride)”. Il vero test, verso le Olimpiadi di Rio, sono gli Europei di maggio a Londra “Tuttavia, in World Series si fa gara secca come a Rio – dove la trampolinista di Esercito e Buonconsiglio Nuoto si giocherà tutto sul sincro – all’inizio ero dispiaciuta per la mancata qualificazione individuale. Ma ora sono contenta di potermi concentrare su una sola gara, senza sforzi ulteriori”. Tre anni fa, il matrimonio(leggi qui) “Venivo dalla delusione dei Giochi di Londra e sono stata felice di sposarmi in quel momento. Mi aiutò a ‘staccare’, concentrarmi su altro – ristorare fisico e mente, per poi rituffarsi – e arrivare all’argento mondiale di Barcellona 2013”. Un supporto quotidiano, qualcosa che in parte già vive nello sport “C’è un gusto particolare a salire in due sul podio. So che ho dato tutto per entrambe e che Tania ha fatto lo stesso per me – specie se la gara riflette un’amicizia più salda – anche nella delusione, è stupendo poterne parlare apertamente, analizzarla e ripartire insieme”.
Perché un sincro funzioni, la sinergia deve estendersi ai rispettivi tecnici? “Direi di sì, l’importante è che sia uno solo a parlare, senza sovrastarsi a vicenda – spiega a Swimbiz.it Giuliana Aor, allenatrice della trentina – con Tania e Francesca è stato facile. Fin da subito erano ‘uguali’, poi sono amiche in tutto e io stessa ero allenata da Giorgio Cagnotto” padre di Tania e Ct dell’Italtuffi. Inoltre “Francesca non è solo una comprimaria di Tania, in qualche sincro si è persino tuffata meglio”. Nella carriera individuale “Forse avrebbe potuto ottenere qualcosa in più. Ma ha comunque fatto bene, le sono mancati solo il rovesciato e, forse, un po’ di fortuna. Ma questo vale sempre nei tuffi”. A Londra “Forse i giudici non furono benigni con l’Italia, ma abbiamo anche commesso errori – a Rio – l’importante sarà tuffarsi bene, poi si vedrà. L’Australia continua a mischiare le coppie, poi ci saranno Cina, Canada e tutte le altre. Se le nostre arriveranno al top della forma, la loro esperienza conterà”. Nei tuffi si assiste a qualcosa di ancora raro nello sport italiano: atleti d’alto livello seguiti da allenatrici “Negli altri Paesi è più frequente, lo stesso Tom Daley è allenato da una donna. Rispetto agli uomini abbiamo più sensibilità, ma questo può giocare a sfavore allenando delle ragazze. Di contro, forse riusciamo a spronare di più i giovani maschi, perché meno ‘giocose’ rispetto ai tecnici uomini – ma la verità – è che tutto sta nel trovare la persona giusta. E Francesca è la persona giusta per me, con la stessa cocciutaggine che avevo io da atleta”.