Manaudou a parte, erano i più attesi dai loro connazionali (le loro facce campeggiano sui manifesti) ai campionati francesi di nuoto a Montpellier. Lì dove l’ex tecnico di Federica Pellegrini, Philippe Lucas, promise di ricostruire il nuoto francese al femminile, ma attualmente è più concentrato sulle acque libere. Dopo aver scoperto il nuoto con Laure Manaudou, poi ritiratasi prematuramente, dopo aver pianto la morte di Camille Muffat, il nuoto transalpino guarda alla ventottenne Coralie Balmy per guidare il settore femminile. Balmy che non tradisce le aspettative nazionali e con 4’05”38 nei 400 stile è la prima francese a qualificarsi per le Olimpiadi di Rio 2016. Ma ancor più atteso era Yannick Agnel, il figlio perduto che, due anni dopo l'infelice esperienza Baltimora con Michael Phelps e Bob Bowman, voleva riprendersi un posto d'onore alla corte di Francia. Ma il campione olimpico in carica dei 200 stile, allenato dall'ex direttore tecnico Lionel Horter, chiude terzo la finale di Montpellier e, in 1'46"99, è lontano dalla qualificazione olimpica. Ma neppure il vincitore della gara, Jeremy Stravius (1'46"18), strappa il pass per Rio 2016. Stravius che ha rinunciato ai sogni di un oro olimpico nei 100 dorso proprio per concentrarsi su 100 e 200 stile. Secondo il classe '94 Jordan Pothain (1'46"81). Nel frattempo, agli Open di Stoccolma Sarah Sjostrom timbra un 1'54"87 nei 200 stile libero, distanza in cui a Rio si confronterà con Federica Pellegrini. Per l'Italia, vittorie di Luca Mencarini nei 200 dorso (1'58"73) e Piero Codia nei 50 farfalla (23"65).