Un grido di protesta che suona molto italiano, verso una cultura sportiva che sembra premiare solo il calcio, lasciando gli sport olimpici in un limbo oscuro. “E’ assurdo che il Brasile punti a dieci medaglie nel nuoto a Rio 2016. I due anni che rimangono sono semplicemente insufficienti agli atleti per vincere così tante medaglie. Non si può puntare così in alto finché tutta l’attenzione è sui Mondiali di calcio 2014 (sempre in Brasile n.d.r.)” queste le dure parole di Thiago Pereira, medaglia d’argento a Londra che, dopo la lunga ricerca di una squadra, pare stia per accasarsi o nel Pinheiros-SP o nel Sesi-SP “Era strano sapere che le prossime Olimpiadi si sarebbero disputate in casa, quando io non avevo una squadra pur avendo vinto una medaglia – puntualizza critico, aggiungendo poi che – L’importante per me era continuare ad allenarmi qui in Brasile; darò l’annuncio ufficiale solo quando sarà messo tutto per iscritto. E voglio che sia Albertinho a continuare ad allenarmi”. La sua polemica verso lo sport brasiliano, però, non è solo culturale, ma scende anche nel concreto “Mancano gli incentivi agli sport olimpici. Molte polisportive stanno tagliando alcune discipline, come il Flamengo con la ginnastica”. Pereira scettico, Cielo e Fratus che invece puntano a fare sfaceli; il quadro del nuoto olimpico brasiliano assume contorni difficilmente definibili.
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