Che il nuoto, l’acqua nella sua complessità natatoria-sportiva agonistica e di fitness - abbia una dimensione globale e nazionale sempre più mediatica e di seguito è un dato che, analisi alla mano e statistiche ufficiali su dati Istat, ci rende partecipi di un fenomeno in costante e continuo aumento tra praticanti e appassionati supporter. Il mondiale di Budapest ne è la più chiara e lampante manifestazione visiva e pratica, con le finali esaurite ormai da mesi. La Duna Arena è il gioiello architettonico che, sorto sulla riva del Danubio con l’idea di farci un‘Olimpiade poi sfumata, è un po’ la Scala degli sport natatori:
Costato quasi duecento milioni di euro per una capacità al completo di quasi ventimila spettatori base giorno è l’esempio, oltre gli impianti temporanei visti in giro per il mondo che sono certamente meno onerosi, di come dovrebbero essere le grandi luci sul nuoto anche da noi, popolo, da quel dì, di grandi nuotatori. Per l’economia turistica di una città un’investimento con un ritorno finanziario non certo da poco nella colorata invasione del popolo dell’acqua.