Quando si gestisce una struttura, si qualsiasi tipo, fondamentale è offrire a utenti e lavoratori le migliori condizioni possibili di sicurezza e salute. Il Ministero della Sanità sottolinea i rischi per la salute riconducibili all’inquinamento degli ambienti indoor – dalle malattie respiratorie a quelle cardiovascolari, infezioni, fino a effetti cancerogeni - e indica le azioni e i requisiti necessari per la gestione e il controllo di tali rischi.
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Ma un ambiente ricco d’acqua come una piscina necessita poi di ulteriori interventi di prevenzioni contro rischi di ogni tipo, dall’annegamento alla proliferazione di alghe, funghi o muffe. Il documento “Piscine ad uso natatorio aspetti igienico-sanitari e gestionali per l’applicazione della nuova normativa”, a cura di Lucia Bonadonna e Giancarlo Donati per l’Istituto Superiore di Sanità include tutte le normative italiane, europee e internazionali riguardo alla corretta gestione delle piscine – ma anche di laghi artificiali a uso natatorio – dei necessari e periodici controlli di vigilanza e delle sanzioni, amministrative e stabilite su base regionale, in caso di non conformità.
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Il testo rileva grandi differenze nella legislazione sulle piscine da Paese a Paese. Ma nell’Italia stessa si potrebbe riscontrare altrettanta discordanza nel trattare casi specifici. Ne è un esempio la legionella, batterio che prospera in ambienti acquatici, per la quale il Settore Igiene e Sanità Pubblica del Piemonte ha rilevato negli ospedali della regione una disomogeneità di criteri e procedure adottate per diagnosi, campionamento e bonifica. Per questo è stato stilato un set di raccomandazioni che garantiscano un set minimo e omogeneo di procedure:
- migliorare l’articolazione tra sorveglianza ospedaliera della malattia, azioni di monitoraggio
ambientale e interventi di bonifica/abbattimento del rischio nosocomiale;
- migliorare l’articolazione tra le attività di sorveglianza e controllo ospedaliero e quelle in atto sul
territorio regionale e nazionale;
- prevedere azioni differenziate sulla base della presenza o assenza di casi e sulla esistenza di reparti
con pazienti ad alto rischio di infezione e complicanze;
- razionalizzare i sistemi di intervento nell’ambito della lotta alla legionellosi nosocomiale basandosi
su tecniche validate.
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La salute dei cittadini è una priorità di qualsiasi governo, e altrettanto dicasi per il gestore di un impianto, nei confronti di utenti e lavoratori. Oltre alle ovvie implicazioni etiche e sociali, ve ne sono persino di economiche, come ricorda il documento ministeriale citato all'inizio di quest'articolo: un cittadino sano è un cittadino produttivo.