Il tempo è 1'54"84, ma a quello ci penserà a Rio. Finalmente lo può dire, e guardando negli occhi sua moglie e suo figlio: Michael Phelps ancora alle Olimpiadi. Qualcosa che si era sempre dato per certo, fin dai tempi mondiali che registrava lo scorso anno, ma nel nuoto e ai Trials americani non c'è mai nulla di scontato. Lento a inizio giugno, a Austin, quando tentò senza riuscirci una qualifica anticipata in staffetta 4x200. "Ma era distratto perché da molto non vedeva il figlio, nato da poco. Ma fisicamente è al top" avvisava a Swimbiz.it Fernando Canales, per anni vice del suo mentore Bob Bowman(leggi qui). Ed ecco Phelps oggi, 6° miglior performance mondiale dell'anno - Tom Shields (1'55"81) con lui a Rio - 31 anni festeggiati oggi, marito, padre. E' balzato in tribuna per dare a Nicole Johnson il mazzo di fiori e al piccolo Boomer Robert il suo primo pupazzo di stoffa "Volevo solo condividere il momento con loro. Non lo vedo ogni giorno e, quando posso, è sempre un momento speciale".
E' uno di quei nomi che tutti conoscono, anche fuori dal nuoto. Che fa sempre buttare un occhio sul giornale sotto il peso di quei 18 ori olimpici. "Dimostrare di essere in grado di tornare. Questa è stata la ragione del mio ritorno - dichiara, poi, davanti al pubblico di Omaha in festa - ed è stato senza dubbio più duro di qualsiasi gara o abbia mai fatto". Insoddisfatto del tempo (ma col sorriso) "E far parte della nazionale olimpica era più importante, perciò mi sono lanciato e ho pregato Dio di reggere il colpo. Prima della gara, ero eccitato all'idea di disputare la mia 5° Olimpiade. Essere in grado di concludere come voglio è importante per me. Ora che l'ho fatto, posso provare a divertirmi". E, per una volta, L'importante è partecipare di De Coubertin non suona solo come retorica.