Una volta non era così scontato parlare di nutrizionisti, psicologio medici dello sport, né di lavoro ‘a secco’. “Sono nel nuoto dal ’99 e in Fin dal 2001 – racconta a Swimbiz Marco Lancissi, oggi preparatore atletico del gruppo di Stefano Morini – ho seguito Rosolino, Magnini, Filippi… all’inizio c’era un po’ d’improvvisazione. Venivo dal volley e cercai di dare un metodo di lavoro, oggi l’approccio è più scientifico e la preparazione a secco è fondamentale”. Con i ragazzini, tuttavia, qualche tecnico preferisce evitare la palestra “Molte società non possono permettersi anche un preparatore e il tecnico, a ragione, non si fida a ‘inventarsi’ anche il lavoro a secco. Altri, erroneamente, vedono la palestra solo come sovraccarichi. Ma è proprio la corretta preparazione in palestra a otto anni che permetterà al ragazzo, crescendo, di sostenere grandi carichi – e più che rubare tempo all’apprendimento dei quattro stili – è più semplice effettuare correzioni in acqua acquisendo più schemi motori”. E dove può migliorare un Paltrinieri? “Ha ancora molti margini nella forza, e non significa che debba farsi un fisico da culturista. Sun Yang? Oltre al fisico, ha una nuotata stupenda; speriamo sia già al suo massimo”. Già da nuotare, Francesco Di Pippo assisteva alle lezioni di Lancissi, e oggi è preparatore alla Sergio De Gregorio “Presi il diploma con la Federpesistica. Sarebbe bello implementare corsi e titoli specifici per preparatori di nuoto, dando un’infarinatura a chi viene da altri sport”. La stessa preparazione natatoria si è evoluta “Rosolino fu tra i primi a lavorare sulla forza più che sulle ripetizioni; prima, la palestra era ‘doppione’ del lavoro in acqua. Ma sbagliare lavoro in palestra, oltre alla gara, può rovinare il fisico”. Perciò, la sinergia col fisioterapista dev’essere perfetta“La postura racconta la storia di un atleta, ognuno ha un suo equilibrio da non intaccare – spiega Enzo Iodice,‘fisio’ e posturologo di Adn Swim Project – è più difficile con casi di equilibri instabili come Jason Dunford, lombalgia cronica, o Milorad Cavic dopo l’intervento di ernia discale”. E in un team multidisciplinare come Adn “Scremo o cerco alternative a esercizi potenzialmente dannosi per quell'equilibrio”. Quest’anno, Adn inserisce la ginnastica artistica “Perciò vedo con favore anche il lavoro di Franco Bellani – ex ballerino e coreografo(leggi qui) - col gruppo di Morini: nei due casi ne beneficiano mobilità e ‘core training’. Ho solo dei dubbi sugli effetti benefici della danza sulla schiena e mi piacerebbe confrontarmi con lui in proposito: da posturologo, ho sempre considerato il mal di schiena adattivo come risultato di squilibri posturali”. Sulla novità di Ostia, Di Pippo commenta “Se fatta con piacere, la danza è un buon modo di variare l'allenamento, perché sono tutti ragazzi che vivono quasi solo di nuoto – per Lancissi è positivo se ripropone in forma piacevole certi esercizi – ma il duro lavoro in acqua e in palestra restano il nucleo dell’allenamento, il resto è contorno”.