Già il maggio scorso, durante il collegiale azzurro a Auburn, italiani e brasiliani avevano dimostrato forte spirito di comunione tra common training, sportività e foto insieme. Ma l’entusiasmo brasiliano per il Belpaese è esploso in tutta la sua potenza questa settimana, con l’arrivo a Rio de Janeiro di quattro atleti italiani, guidati dal tecnico della Forestale Alessandro Mencarelli, per il Raia Rapida. Brasile, Sudafrica, Italia e Usa per un meeting che punta allo spettacolo, tra staffetta mista e sfide in sprint a eliminazione. Il Brasile la spunta per la vittoria, ma il maggior interesse è stato scatenato proprio dagli azzurri, al debutto nella manifestazione. Globoesporte.com, sezione online del conglomerato mediatico Globo, ha dedicato numerosi servizi ai rappresentanti del tricolore, raccontandone passioni e oltrevasca. L’amore per i motori di Michele Santucci, che spiega quanto sia forte in Italia il mito di Ayrton Senna. Mirco Di Tora che racconta dei gruppi sportivi militari, sistema diffuso nello stesso Brasile e in molti Paesi asiatici, e di un arresto da lui effettuato a Bologna, nell’inverno 2009. Luca Dotto, nella sua doppia veste di atleta e modello - lo scorso anno preso d’assalto via social dalle richieste di colleghi stranieri che volevano la sua cuffia di Armani(leggi qui) - parla anche del suo essere juventino (lui e Marchisio sono vicendevoli supporter), e nel frattempo in Italia il tecnico bianconero Allegri usa una metafora natatoria, su Twitter, per la Vecchia Signora “S’impara a nuotare solo tenendo la testa sotto”. E il pallone torna con il gruppo azzurro, completato da Fabio Scozzoli, in pellegrinaggio sportivo allo storico stadio Maracanã. Tante storie di un’Italia che tra meno di un anno vuole tornare a Rio per essere nuovamente protagonista.
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