Rio de Janeiro si mette alla prova

Copyright foto: stefano rubaudo

“Col senno di poi, è un bene che sia andata così oggi. Gli organizzatori hanno capito cosa li aspetta, a un anno dalle Olimpiadi”. Trova il lato positivo, Stefano Rubaudo, dopo il test event del circuito che ospiterà a Copacabana la 10 km olimpica di Rio 2016. “C’è parecchio da migliorare nell’organizzazione, anche gli atleti brasiliani erano imbarazzati: orari ‘flessibili’, master chiamati all’ultimo per ‘tappare i buchi’ tra i partecipanti, rifornimenti sui gommoni che, per il mare mosso, non si riuscivano ad allineare… - racconta a Swimbiz.it – onde e temperature basse sono prevedibili, in fondo si parla di oceano. Non capisco perché non si siano avvalsi della consulenza di un professionista come Luiz Lima. Ha un’esperienza sterminata e ha una scuola di nuoto proprio a Copacabana. Appena arrivato, sono andato da lui e ci ha accompagnato personalmente, illustrato il percorso (peraltro macchinoso), dato consigli…”. Buona prova per l’Italia, con Simone Ruffini 4°. Per Rubaudo, conoscitore del Paese viste le sue origini brasiliane, l’inquinamento dell’acqua(leggi qui) non dovrebbe costituire un problema reale “Come in ogni grande città, è evidente che le acque non siano cristalline, ma Guanabara – dove si registra la più alta concentrazione di batteri – è distante. In fondo, Copacabana è dove fa il bagno il 90% dei turisti e non ci sono mai stati problemi”. Ma Rubaudo ha anche visionato lo stato dei lavori per impianti e infrastrutture olimpiche “Pensavo peggio, ma penso che alla fine riusciranno a terminare tutto in tempo. Si lavora letteralmente giorno e notte. La nuova metropolitana è quasi completa. Il media center, praticamente un palazzo tanto è grande, pure. E ho visto il villaggio olimpico: è splendido, forse il più bello mai realizzato, e a fine manifestazione diventeranno appartamenti di lusso”.
 
moscarella@swimbiz.it

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