Swim in Black: Alia Atkinson pareggia (di nuovo) il Record Mondiale 100 rana

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Alia Atkinson, quando vestì il costume col volto di Bob Marley (Jamaican Observer)
Alia Atkinson, quando vestì il costume col volto di Bob Marley (Jamaican Observer)

Ricomincia da Chartres, in Francia, la Fina World Cup in vasca corta e tra le protagoniste dei 25 m c'è sempre Alia Atkinson. La giamaicana ha nuotato oggi il Record Mondiale dei 100 rana (1'02"36). Più che un crono, ormai una tradizione nella specialità: stabilito dalla lituana Ruta Meilutyte alla World Cup del 2013, fu pareggiato dalla stessa Atkinson quando vinse i Mondali in vasca corta di Doha 2014. Prima donna di colore a vincere un Mondiale, Alia Atkinson vuole essere un'ispiratrice, promuovendo il nuoto in Giamaica. La distanza con l'atletica di Bolt, nel suo Paese, è ancora abissale. Non solo nei risultati, ma anche nella popolarità, nel numero di praticanti e nelle risorse a disposizione. Basti pensare che a Rio la ranista ha dovuto farsi ospitare dalla polisportiva Fluminense, per un errore burocratico del capo delegazione giamaicano(leggi qui).

Ma Alia vuole, soprattutto, allargare il bacino di praticanti tra tutte le etnie del pianeta. Sia per far cadere gli ultimi stereotipi sulle capacità natatorie dei neri, sia porre un freno all'annegamento, ancora oggi quarta causa di morte più diffusa al mondo. Persino negli Stati Uniti - patria della velocista di colore Simone Manuel, campionessa olimpica, e in passato dell'olimpionico Cullen Jones - la situazione è grave. E di certo gli anni della segregazione razziale non aiutarono(leggi qui). Secondo le stime del Centro di Controllo e Prevenzione Infortuni, pubblicate da Forbes, il 70% degli afroamericani, il 60% degli ispanici e il 40% dei caucasici in America ha scarsa o nessuna capacità di nuotare. 3536 morti per annegamento non intenzionale dal 2005 al 2014, con una probabilità di annegare per i giovani afroamericani, dai 5 ai 19 anni, 5.5 volte più elevata rispetto alle altre etnie.

moscarella@swimbiz.it

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