I 200 farfalla sono stati la prima gara in cui si sia mai qualificato a un'Olimpiade. Ieri, Michael Phelps sembrava davvero un ragazzino mentre sorrideva al pubblico di Omaha, raccontando la gioia di qualificarsi ancora, per la 5° volta(leggi qui) e di nuovo nei 200 farfalla. Aveva solo 15 anni a Sidney 2000, si godeva il momento e l'atmosfera, con quelle orecchie leggermente a sventola che sembravano accentuarne il sorriso incantato. Non era ancora tempo del record di Mark Spitz da battere, 7 Ori in un'unica edizione. Negli 8 ori di Pechino 2008, Phelps ci mise tutto se' stesso. Ma in quel capolavoro personale, il Cannibale tributò anche il giusto merito al valore collettivo del nuoto.Urlò come un tifoso davanti al suo idolo, quando Jason Lezak, fece qualcosa che neppure Phelps potrà mai realizzare. Scrivere la storia dello sport da 'normale', vivendo per soli 100 m una condizione di Nirvana sportivo, prima di tornare il gregario di sempre:
In quel grido, Michael Phelps lo ringraziò, perché Lezak aveva dato un contributo unico al suo record di Ori. Certo, la finale dei 100 farfalla con Miloard Cavic finì in polemica per quel centesimo di differenza(leggi qui). Ma in fondo, può esserci mito senza discussione? Maradona sarebbe lo stesso senza la mano de Dios contro l'Inghilterra o Muhammad Alì senza il pugno fantasma a Sonny Liston?
Mentre l'Italia si sveglia, lì in Nebraska sono da poco passate le due di notte. Il Kid di Baltimora - diventato nel frattempo dad - può festeggiare di nuovo, perché compie oggi 31 anni. Età da giovane uomo, mentre in vasca sei considerato un veterano. Uno di quegli sdoppiamenti a cui ti costringe lo sport. Come quando nascondeva sotto quel sorriso e una valanga di medaglie i suoi disagi personali, una certa solitudine del campione che lo spinse verso l'alcol. Ai Mondiali di Roma 2009, l'allora inviato del Messaggero Christian Zicche, oggi Direttore di Swimbiz.it, lo vedeva arrivare di mattina in piscina con un flute di prosecco in mano. Ora il suo è un sorriso vero, spontaneo, fanciullesco "Essere in grado di concludere come voglio è importante per me. Ora che l’ho fatto, posso provare a divertirmi" ha dichiarato ieri nel suo discorso post gara. Ma non c'era solo l'orgoglio a spingerlo, ma il pensiero di avere qualcuno di speciale - oltre a tecnico e compagni di squadra - con cui condividere il momento. La moglie Nicole Johnson, la prima a dargli stabilità personale. Il figlio Boomer Robert, a cui un giorno potrà raccontare le sue imprese, mentre già avvisa "Ha mani e piedi grandi". Da nuotatore.