Magari un giorno si ritroveranno tutti insieme, guardando quelle foto e ricordando il passato come in un nostalgico noir. I primi segnali dopo le Olimpiadi di Rio, poi le parole di Frédérick Bousquet a Swimbiz.it(leggi qui): è un anno di ritiri definitivi nel nuoto francese. Una ad una, arrivano le conferme dei singoli. Oggi è Camille Lacourt che a L’Equipe dichiara: chiuderà ai Mondiali di Budapest 2017 “Dove tutto è cominciato”. Anche Florent Manaudou, assicura Bousquet, è al ritiro definitivo. Si diletta con la pallamano e debutterà in una popolare serie tv. Ha salutato il nuoto Yannick Agnel, che da tempo accarezzava la decisione. A Rio, il colpo di grazia: accusato pubblicamente dal connazionale Pothain di aver snobbato la staffetta 4x200 stile(leggi qui). Stessa sorte toccò ad Alain Bernard a Pechino 2008, quando la sua frazione costò l’oro alla 4x100 stile.
Quella staffetta che da Londra 2012 ha sempre vinto l’oro, almeno fino a Rio, e ha regalato personalità uniche. Fabien Gilot, il capitano che andava più veloce in staffetta che in individuale. Il suo tatuaggio “Non sono niente senza di loro” è un omaggio al secondo marito della nonna, un sopravvissuto di Auschwitz. William Meynard, che ha cambiato tre volte vita e oggi è dirigente in Italia. Molto prima si era ritirato il burrascoso Amaury Leveaux. Giovani cresceranno, nuovi campioni verranno. Forse tornerà qualcuno dei generali in disarmo. Ma la sensazione è che si sia chiusa un’epoca, caratterizzata non tanto dalle medaglie vinte, ma dai suoi protagonisti. Iniziata con la Dive Laure Manaudou, segnata dolorosamente dalla perdita di Camille Muffat, capace di travolgere la Francia (e non solo) col suo carico di storie, rivalità, amori, sconfitte e vittorie. Una Belle Époque al tramonto, una foto da guardare in bianco e nero, come in un nostalgico noir.