Michael Phelps aveva bisogno di quella vittoria. Aveva già vinto sei ori a quelle Olimpiadi di Pechino 2008, l’ultima gara era la 4x100 mista, ‘monopolio’ american. Perciò i 100 farfalla rappresentavano l’ultima incognita per il record assoluto di 8 ori a un’Olimpiade. Ma di fronte gli si parava l’agguerrito serbo Milorad Cavic. Omega Timing, sistema di cronometraggio olimpico, presenta oggi un video in cui i due contendenti raccontano quell’emozionante sfida. “Non sono una persona molto religiosa, non vado in chiesa. Ma quello fu un momento religioso per me, sentivo di essere destinato a questo giorno, questa gara, questo momento” così Cavic racconta il momento in cui salì sul blocco, ostentando volutamente sicurezza come ‘gioco mentale’ nei confronti degli avversari. Ma non tutto andò come previsto:
https://www.youtube.com/watch?v=FDp_hCLRCCw
Cavic in testa dopo 50 m, il recupero di Phelps, le immagini che mostrano il serbo arrivare primo, ma il tocco (50”59) non ha la giusta forza e lo Squalo vince per un solo centesimo (50”58). Dalle parole di Cavic traspare quanta carica agonistica si portasse dietro. Pochi giorni prima della gara un giornalista americano gli disse che, secondo Phelps, il serbo potesse batterlo solo col ‘costumone’. Cavic prese il gommato e disse: portaglielo e digli che, se vuole, può usarlo lui. Il preparatore mentale Alessandro Vergendo lo scorso dicembre raccontò al convegno “Peak Performance” di Lignano che il farfallista avesse appeso sul suo armadietto la foto del rivale e ogni giorno la fissasse per alcuni istanti “Mi diceva: sono fatto così, quando gareggio vado in guerra. Ma durante la gara Cavic sbagliò a ‘non stare sul pezzo’: pensava solo a quel muretto che non arrivava mai. E questo gli tolse energie, per sua stessa ammissione, agli ultimi metri”.
Ancora oggi si discute su quel tocco, sulla decisione finale della Fina, sulle motivazioni extra vasca. Dal milione di dollari messo in palio dagli sponsor di Phelps, in caso di record di ori, al Presidente George W. Bush che si scomodò di persona per vedere uno statunitense dominare in faccia alla Cina e piegare un serbo, il cui Paese era stato bombardato dagli Usa pochi anni prima(leggi qui). Ma prevenire è meglio che curare e il caso Milorad Cavic insegna a evitare di ritrovarsi in situazioni del genere: tocco forte sulla piastra e, come spiegò a Swimbiz.it la psicologa Marisa Muzio(leggi qui) “In gara devi avere spirito guerriero, per mettere a frutto anni di fatica e sacrifici. Ma non deve diventare ossessione, perché lo stress impedisce di esprimere tale spirito”.