Come un pomeriggio ( tardo) può cambiarti la prospettiva. E la prospettiva acquatica è quella chiara di questa Italnuoto all’atto finale del mondiale turco in vasca corta.Manca poco, poche ore , alla prospettiva Nevskij dell’acqua, la lunga marcia verso l’infinito acquatico delle nazioni leader della piscina Chissà cosa penserà il dt Cesare Butini in queste ore, lui che sulla magnificenza da riconquistare aveva speso più di un battuta post Chartres, post europeo della rinascita, post debacle olimpica. Se il cronometro è importante, sono le medaglie a fare la differenza. Partiamo dal forziere: siamo attualmente con le chiavi della cassetta di sicurezza numero 10, nel senso della classifica per nazioni, che contiene un oro, pesantissimo e storico di Fabio Scozzoli, e un argento dei corazzieri la staffetta maschile 4x100. Ma inutile negarlo aspettiamo le 19 ora locale, a Istanbul, le 18 qui da noi, per riconquistare un posto di livello nel G8 delle potenze acquatiche. Tutto è possibile: si parte con super Ilaria Bianchi nel delfino (accompagnata in finale da Silvia Di Pietro), si passa da Luca Dotto che se la gioca con gli squali russi(Morozov),gli squalotti americani(Grevers), ma si ricorda certo da dove viene, perché noi modestamente nei 100 abbiamo come dire un background d’assalto. Poi lui, Gregorio “Greg” Paltrinieri nei 1500 dei blocchi , come dice il suo tecnico , il “Moro” Morini “ci siamo studiati tre blocchi da 500, ognuno in progressione”, che a incitarlo nella cavalcata da 60 vasche già abbiamo perso la voce. Avete capito tutto: è un fatto di densità acquatica, un fatto di prospettiva, un fatto di rilancio.Sì certo , dimenticavo la sana grattatina, che ci sta e ci deve essere sempre, perché scaramantici è un fatto mentale che guai a non esserlo visti i gufi in circolazione. Chiudiamo il 2012 in bellezza, e rilanciamo verso il 2013, con un solo grido: Forza Italnuoto!
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