L’assetto costante.
Con pinne, specialità della apnea, è per la nostra super campionessa Alessia Zecchini un mantra quasi filosofico, mi venga permesso come suggestione e analisi.
Cento metri, quelli tondi laggiù nell’abisso, nemmeno il più profondo per la nostra azzurra. Ma è sempre il risultato, l’argento, la costante quasi temeraria di questa specialità e di questa infinita fuoriclasse. Che bissa e ri-bissa, come se andare sotto, e ritornare su, fosse un decalogo senza limite di disciplina estrema, come in effetti è.
Costante come un metronomo che segna il tempo, ossigeno e fiato distribuito come solo un perfetto pesce mimetizzato da sirena riesce. Quale è il segreto della longevità sportiva, nell’estremo che poi altro non è che scendere negli abissi del proprio essere atleta perfetto? Semplice a dirsi, la disciplina della preparazione, la mente che segue la perfezione di questo caleidoscopio coi riflessi multipli di una Zecchini che là, sotto, si reinventa.
Imprevedibile e variabile a suo modo. Non è oro, è argento, ma nulla tange del colore ma solo della costanza estrema.
I co, gli and co, sono i magnifici altri con lei , quattro medaglie, Davide Carrera su le cui tracce Swimbiz si è già messo per raccontarvi l’oltre dell’atleta, e sarà una scoperta. E poi, la prima medaglia e record per Alessandro Cianfoni, super paralimpico.
Diversamente in assetto lui, ma perfettamente e straordinariamente apneista. Perché là sotto, tutto riporta alla bellezza, e non esiste la diversità di acqua.
Bravi atleti, brava Fipsas.
E che sia sempre per tutti , una buona acqua.
zicche@swimbiz.it