Quando viene a mancare un amico, si usa spesso dire che se ne vanno i migliori.
Ecco questo mi è passato per la mente, saputo del lutto che ha colpito il mondo del nuoto in queste ore. Danilo Vucenovich presidente della Federnuoto Lombarda era, appunto, in partenza dal blocco, come diciamo noi acquatici, una persona perbene.
Un amico personale, un amico del nuoto, un dirigente impegnato e consapevole. Il miglior amico che puoi trovare in piscina, perché lui il nuoto lo aveva praticato da atleta, respirato da esperto, con una visione da tecnico e conoscitore che è anche il migliore viatico quando devi decidere e portare avanti un comitato regionale, quello della Lombardia, che fa quasi federazione a se.
Per numeri, certo, ma anche per impegno e difficoltà come questi tempi in cui l’acqua calda è quasi una chimera e una semi tragedia per tutti quelli che operano con lei.
Ricordo di averlo incontrato l’ultima volta bordo vasca a un Settecolli, la stretta di mano vigorosa e il sorriso a trentadue denti che ne facevano un simpatico interlocutore quando si parlava fittamente di politica sportiva, come di programmi e di visioni futuribili dell’acqua. Non cedeva quasi mai alle mie sollecitazioni, che diventavano quasi provocazioni opportune, quando gli prospettavo la mia analisi giornalistica che lo riguardava, per il suo “standing”che mi richiamava un futuro da Presidente nazionale una volta che Paolo Barelli avesse lasciato.
O quantomeno da candidato a quel ruolo. Arrossiva quello sì, si capiva che gli faceva piacere trovare il frutto del suo lavoro in prospettiva, ma poi elencava i “suoi” ragazzi , dirigenti lombardi di livello come Giorgio Quintavalle o Michele Garufi come possibili.
E subito gli si illuminavano gli occhi, come a dire spegni un po' i fari su di me.
Ma non troppo, insistevo io. Danilo Angelo Camillo era così.
Un serio ma istrionico, più che un Presidente. Un amico del nuoto.
Buona acqua a te, e che ti sia lievissima
zicche@swimbiz.it