Punto Acquatico: David come Aleksandr, la grazia e la potenza

Il punto acquatico - L'editoriale del direttore Christian Zicche

Come fosse ieri. Conobbi e intervistai nel 1992, a Saluzzo in Piemonte, un tale che rivoluzionò il concetto di stile libero: era l’oggi cinquantenne Aleksandr Popov, che si apprestava ai Giochi Olimpici di Barcellona, poi vinti in una doppietta tra 100 e 50.

Lo Zar , quello buono, che metteva in riga con una fluidità di stile degna dei suoi allenamenti,a metà  fuori dall’acqua coi ballerini del Bolshoi. Fisico asciutto, definizione massima, un concentrato di fisicità in opposizione con l’ipertrofismo esagerato che poi ha condizionato l’epoca dei costumoni.

Un danzatore delle acque, che liberava potenza eccezionale e sempre in controllo. L’anno scorso, a Roma dei campionati giovanili europei ,ho avuto una visione. Come improvvisamente  e alcune volte succede ,rivedo la classe, quel fisico leggero ma potente, quell'atteggiamento e quella danza che sembrava ritornare come un progresso nei tempi del nuoto che richiama sempre meno il concetto di galleggiabilità , a fronte di super uomini palestrati.

David Popovici, rumeno, sembra l’incarnazione del vecchio e del nuovo, nel metaverso acquatico. Popov e Popovici, solo quell’ici a separarli da quasi gemelli dell’acqua, trent’anni dopo. Dove arriverà il rumeno -oltre a quello che ha già fatto- è forse troppo scontato prevederlo.

Oltre al record del mondo, oltre all'olimpiade c’è il ritorno alla grazia di potenza.Con buona pace di Dressel l’americano e di qualche australiano più famelico dei coccodrilli .

Del bel  nuoto , della fluidità e della inevitabile forza che ne scaturisce. Nella “normalità” di una piscina che ritorna ai fasti di un Popov , firmato e formato Popovici.

Per Il nostro Miressi -oggi centrifugato in una finale che lo ha visto ultimo-una bella sfida tenere il passo, e anche vivere questa nuova storia.

Buona acqua a tutti

 

zicche@swimbiz.it

 

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