Giornata due, assoluto riccionese.
Come si direbbe nell’ombelico del mondo acquatico, che è Roma, il riassunto è un lapidario “famose a capì”. Divertirsi, per alcuni , è la prima cosa. Si è divertita una sprintosissima Costanza Cocconcelli, che nei 100 farfalla (o delfino, per i telecronisti, famose a capì pure qui) si avvicina al volo, ma solo per poco non sale sull’aereo per Parigi.
Peccato, anche se la Cocconcelli guarda, come tutti alla chance degli Internazionali fra tre mesi, appunto Roma dei Settecolli.
“Mi devo divertire” smanetta Razzetti, che gioca a fare i cinquantini come un qualsiasi giovane che non si sogni nemmeno di faticare oltre. Già, i qualificati sono sereni, gli altri un po' meno. E il vorrei non posso passa anche dai 100 rana maschili, senza Martinenghi, ma con tre moschettieri, Poggio e poi Cerasuolo e il prode Viberti che si sbracciano , con tutto rispetto, per un tempo che non è quello richiesto. “Il Settecolli è sempre più fondamentale” paiono dire all’unisono. Se è così, in due giorni una sola qualifica al momento che è l’Angiolini, pare ancora poca cosetta.
E sui 200, che furono “LA” distanza di Pellegrini, che saluto con un po' di nostalgico pensiero, quattro atlete sotto i due minuti, due a 1.58 e due a 1.59.
Dove si va così a Parigi?
Ma se ci si diverte, almeno quello, per domani con speranza che sia Buona acqua.
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